La malinconia da luna park ha colori elettrici e fumi di vaniglia, confonde i ricordi, i gesti, i volti, e tutto diventa un vortice che precipita verso la fine, la gabbia del tempo accumula le ali spezzate: chi sarà il temerario che andrà a recuperare le tue?
Il pagliaccio triste cucirà un filo di sogni con le sue lacrime.
Saranno state spese invano? Il domatore di tigri crede che quelle lacrime siano la cosa più preziosa che ci sia al mondo, persino più preziosa del ricordo suo più caro, e ne ha avuti di bei ricordi, il domatore di tigri. Pensa che quelle lacrime conducano alla felicità: sono di questa pasta i torrenti che affiorano improvvisi sull’impervia strada di montagna, quando il sole cade a picco tra i secchi arbusti e tutto sembra immobile.
Al di là di ogni presunzione e solitudine un uomo resta solo con se stesso e le sue decisioni ogni volta che riceve una delusione. E le delusioni sono le stelle per orientarci in una notte senza fari, mare forza dieci.
Questa vita è fatta di giustificazioni, di illusioni, di inganni, soprattutto di auto-inganni. Pochi hanno il coraggio di inseguire un sogno fino in fondo, di rinunciare a tutto per quel sogno, e pochi sogni sono peraltro sogni veri, sogni per cui vale la pena.
Coltiviamo la fragile illusione di esserci per sempre e invece basterebbe un niente, da un secondo all’altro, ed ecco tutta la nostra rabbia, la nostra calma, le parole, gli abbracci, tutte le cose fatte…non ci sono più.
E tutte le maledette occasioni mancate sono un treno che ci attraversa a una folle velocità.
E poi c’è quella forza che dovrebbe mandarci avanti, che ogni tanto si chiama inerzia, ogni tanto si chiama orgoglio, e fa la differenza tra “respirare” e “vivere”.
Morire come le allodole
assetate
sul miraggioO come la quaglia
passato il mare
nei
primi cespugli
perchè di volare
non ha più vogliaMa non vivere di
lamento
come un cardellino accecatoda Agonia – Ungaretti