Ho finito questo libro oggi pomeriggio e Bret Easton Ellis è ufficialmente l’unico scrittore in grado di inquietarmi profondamente. Avevo incominciato il libro ieri pomeriggio e sono stata incollata a quei caratteri scritti sulle pagine giallognole della biblioteca per ore, con il cuore in gola.
Due anni fa avevo tentato di leggere “American Psycho”, ma ho dovuto saltare alcune parti perchè ero troppo disgustata dalle minuziose descrizione delle torture e benchè il fascino sinistro fosse innegabile, era troppo per me. Un anno dopo ho letto il lungo romanzo “Glamorama” e mi ero letteralmente persa nella trama intricata.
Un paio di giorni fa il fantasma di Ellis è tornato a perseguitare la mia mente e mi sono detta: “Perchè no?” e ho preso in prestito in biblioteca “Lunar Park”. Il primo capitolo della sua falsa autobiografia in chiave horror mi ha catturata all’istante e sono entrata automaticamente nel turbine ipnotico dello scrittore. Il suo stile estremo ed inconfondibile trasporta il lettore in un mondo surreale, che i certi punti diventa drammaticamente reale per criticare la società americana.
Non voglio svelare dettagli riguardanti la trama, ma il ritorno di “Patrick Bateman”, il serial killer protagonista di American Psycho mi ha veramente inquietato. Non sono un’appassionata di horror, ma i thriler psicologici pulp di Ellis sono una vera e propria calamita, anche se penso che non lo perdonerò mai per aver creato un personaggio che mi visita ancora nei miei peggiori incubi. Patrick Bateman resterà, ancora per un po’, il mio punto debole.
Se volete saperne di più sull’autore e su i suoi romanzi, visitate il sito ufficiale.