la bisnonna di mia madre è nata a rio de janeiro.
erano emigrati lì, dalla miseria della campagna lombarda, ché anche in lombardia si faceva la fame, in un secolo che oggi mi pare lontanissimo.
ma non erano riusciti ad abituarsi al clima, una delle sue sorelline era morta e allora sua madre, la trisnonna della mia, prese la macchina da cucire e se ne andò al porto.
e si mise a cucire camicie per i marinai, uniformi, gonne per le donne appena sbarcate.
fino a che non racimolò i soldi del biglietto di ritorno, per sé e la sua famiglia.
e così poi la mia bisnonna è nata vicino mantova, ha poi vissuto a lucca, a tofori, sulle colline, a forte dei marmi e adesso riposa in sardegna, dopo una vita passata a rincorrere terra da coltivare, come i cacciatori seguono le mandrie, la mia bisnonna, zappa in spalla, inseguiva i campi.
e i fratelli di mia madre hanno passato la loro gioventù in svizzera.
e il mio amico Mubi ha ottenuto il permesso di soggiorno.
e io, nel mio piccolo, sono tornata dalla germania, dove a volte mi chiedo se non dovrei ritornare.
sono andata a vedere una mostra ieri, nella sede della provincia di lucca, se siete in zona andateci, si chiama “lungo la scia di un’elica” e racconta di un’italia, di una lucca che partiva, si imbarcava, con due valigie raccattate, le tasche piene di sogni e basta, che i soldi erano andati tutti nel biglietto.
si sale sulla nave anche noi, si arriva in america, si guardano le botteghe dei “figurinai”: artigiani per lo più lucchesi che facevano statuine di gesso, racconta la leggenda che quando colombo scoprì l’america il primo essere umano che vide fosse un figurinaio di bagni di lucca, ma questa è un’altra storia.
si leggono le cifre, esorbitanti, dell’esodo. si guardano le facce, si leggono gli insulti, feroci e beffardi con i quali si chiamavano gli italiani in francia, in germania, in america, in inghilterra.
e poi si vedono delle foto di balie italiane e di badanti rumene, di manovali italiani e di muratori marocchini, di cucitrici italiane e di operaie cinesi, di venditori ambulanti italiani e di venditori porta a porta del senegal.
e si impara che il mondo è una piccola sfera rotonda, troppo piccola per pensare che ci possa essere un posto dove qualcuno non sia stato prima di te, troppo piccola per non capire che il destino tuo e dei tuoi figli è lo stesso, identico destino degli uomini che solcano il mare per cercare i loro sogni quassù, nella parte ricca del mediterraneo.