Magazine Per Lei
Al finire di questo percorso, come un fantasma dickinsoniano voglio ricondurvi lì dove tutto è iniziato, in un luogo chiamato mondo in cui abbiamo formato società più o meno civili, e nel quale sono nati, credo dal bisogno di sopravvivere, i valori fondanti delle relazioni umane: famiglia, paese, società, e regole civili. Intanto che formavamo tutto questo i ritmi biologici, le necessità emotive, e la transizione chiamata vita continuava il suo corso parallelamente a noi, ma ferrea nello scandire lento e veloce del “suo” tempo.
Dopo aver esplorato con voi angoli bui del modo di piegare la vita ai nostri desideri, e aver sorriso delle distorsioni create al fine di dirsi riusciti, non avete anche voi la sensazione che qualcosa sia andato irrimediabilmente perduto?
Ora che possiamo concederci il senso di perdita fino allo spasimo, il diritto ad una vita apparentemente eterna, fatta di amicizie a “progetto”(ognuno il proprio), e che possiamo dirci liberi di amarci a tutte le età e in modo trasversale ai sessi, ora che i sessi non sono più definiti e la riproduzione può essere rimandata a piacere o inseguita all'ultim'ora, ora che l'amore vissuto con ingordigia e palpiti è disponibile a oltranza, perché non ci sentiamo in Paradiso?
Da piccolo avevo un libro che si intitolava “ Dal paradiso perduto al Paradiso Restaurato”, con una copertina rosa con le figure in delicato rilievo, dove si narrava di un giardino che un uomo e una donna perfetti avevano perduto, in favore di una vita complicata e futile al solo scopo di sentirsi liberi, e di come poi il resto dell'umanità da questi generata, avrebbe desiderato invece di riconquistare il diritto a vivere per sempre in quello stesso giardino!
Un libro quello tratto dalla Bibbia di cui non sto a discutere l'origine più o meno divina, ma che sempre più mi convinco sia un interessante racconto sulla natura umana.
Io stesso come molti di voi sono uscito dal mio presunto Eden, in cerca di libertà, di una giustizia più umana, di una morale meno ortodossa cercando tra spine e triboli di trovare la mia etica con onestà e oggi a quarantadue anni nonostante il mio “giardinetto” si possa dire completo, mi trovo a uscirne come un uomo esce di casa sua ,raddrizzando un quadretto insolitamente “storto”, stupido e stupito per ciò che trova fuori dalla porta della sua casa perfetta. Il vuoto la distruzione tutto intorno.
No, non osate incoraggiarmi con le minchiate sul pensiero positivo! Sono ben cosciente che tramite quello ognuno può crearsi il suo “nuovo ordine”, ma anche che questo non sia sufficiente ad ignorare che forse proprio a causa di quell'ordine in cui bene o male tutti tentiamo di tornare, ci siamo occupati solo di noi stessi!
Valori come l'amore altruistico, la giustizia, la morale onesta e l'etica sono davvero sepolti fuori dalle città, in una landa desolata dalla quale affiorano i simboli storici di una democrazia, sepolta anch'essa dal profitto. Basterebbe quello stupore a farmi capire che pur non volendo anche io ci sono cascato, anche io mi sono occupato di me e del mio paradiso, ma poi mi ricordo che tra una fondamenta e una trave, ho dedicato un po' di tempo ai curiosi che mi passavano intorno, a coloro che non avevano ancora trovato il loro terreno edificabile, e li ho invitati ad entrare in quella che ancora non poteva dirsi casa, ma che vivevo già come lo fosse. A questi ho porto una cassa come sedia e ho offerto il mio ascolto e un po' d'acqua dal momento che molti di loro camminavano da tempo nel suolo della vita, e così se anche la mia costruzione ha tardato a completarsi, poteva dirsi già accogliente. Tutt'ora vi scrivo di continuo in una sorta di apostolato virtuale nel quale se è vero che vi mostro la mia stessa miseria, cerco anche però di offrirvi una visuale di solidarietà che non può che passare per l'imperfezione che ci accomuna.
La connessione tra noi, è ciò che abbiamo barattato e perso per chiuderci nelle nostre belle case interiori, dove per essere connessi ci basta un click, ma senza coinvolgerci davvero col cuore. Al sentire parlare di corruzione con sdegno, io rido, non già perché consideri lo sdegno inappropriato, quanto perché inappropriato è l'uso che abbiamo fatto della nostra libertà. Da sessant'anni in Europa non ci sono guerre e quelli della mia generazione rammolita, sono cresciuti con la convinzione che niente di brutto li avrebbe sfiorati, nessuna privazione, nessuna ingiustizia, nessuna immoralità più condannabile, e infatti oggi non siamo vittime di ciò che la crisi mondiale ha creato, ma di averla favorita scavando la fossa al senso di responsabilità, alla gratitudine, al sincero interesse personale per il bene comune.
Oh, ci sono persone che si preoccupano per i lussi che non potranno più concedersi, o inventano sistemi per non smettere di farlo, ma mi chiedo: non abbiamo forse vissuto di lussi estremi?
Non sarà l'antipolitica o l'anticlericalismo a salvarci, nessun paradiso può essere riconquistato “equamente” con l'odio o con la violenza così come nessuna “stabilità” raggiunta tramite imposizione o legge può diventare senso civico.
Se fossi una radio che sotto frequenze “sicure” sussurra libertà, questo è il messaggio che diffonderei: siate pronti a lasciare il vostro paradiso, pronti a perderlo per riconquistare il senso del “vostro prossimo”, approcciatevi al lusso più estremo che nessun denaro può comprare, o fatalità corrompere, riconquistate il mondo, senza urlare o sfasciare. Uscite dai vostri rifugi, senza cercare perdono o salvezza dal Cielo cercatevi e affidatevi all'unica “rivoluzione” possibile, quella da sempre è appartenuta alla Terra, e al suo moto perpetuo e inesorabile.
La Terra è già un paradiso, ma potremo riconquistarlo solo facendo risorgere da “noi” giustizia, onestà morale, e un etica che nessun io singolo può ottenere. Recuperiamo dall'estremo a cui siamo giunti, un lusso che chiamo: futuro!
Ringrazio a riprova di ciò che sostengo il mio amico Tiziano, per il provvidenziale quanto inconsapevole aiuto, che ha reso possibile la stesura di questo ultimo post, che ammetto non sarebbe stato tanto accorato senza l'immagine da lui costruita, che l'ha suscitato ! Come vedete non siamo mai soli.
Radiostan vi aspetta alla prossima trasmissione.....se siete in ascolto.
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