E’ un giorno come tanti, martedì 11 settembre 2012. Come al solito una puntatina su Internet per leggere le ultime notizie e consulto il sito del Messaggero: qualche dettaglio sul mondo del calcio ed improvvisamente noto un trafiletto che cattura la mia attenzione: «Suicida Francesca Bonfanti, conduttrice radiofonica. La conduttrice di Centro Suono Sport si è lanciata dal Ponte di Via del Mandrione». Un attimo di sgomento: la prima impressione, di getto, è che si trattasse di omonimia. Ma quando apro, non senza tentennamenti, il link della notizia, il gelo cala dentro di me. Leggo: «È morta nella notte la conduttrice radiofonica Francesca Bonfanti, giornalista e voce nota dell'informazione radiofonica nella capitale che attualmente lavorava per l’emittente Centro Suono Sport.
Si è suicidata gettandosi da un ponte verso le due del mattino nel giorno del suo quarantunesimo compleanno, dal viadotto della Ferrovia al Mandrione, in Via Casilina Vecchia, da un'altezza di qualche decina di metri. A dare l'allarme è stato un passante che l'aveva vista spogliarsi e lanciarsi nel vuoto». Non è spirata subito, ma se n’è andata nel disperato tentativo di salvarla nel viaggio verso l’Ospedale San Giovanni di Roma. Questa, in sintesi, la cruda notizia di cronaca. Nera. Ancora adesso, mentre scrivo, non realizzo ancora. Non mi sembra vero perché ho avuto modo di conoscerla e ho sempre visto in lei una persona piena di vita, ironica ed autoironica, una grintosa monella divertita da un mondo dove tutti si sentono maestri pur senza averne le capacità. Le nostre strade si incrociarono quasi per caso, nel 2005, grazie ad un Corso di Giornalismo riuscii ad entrare a far parte dello staff della sua popolare trasmissione, “State bene Così”. Ricordo anche Stefano Valvo e Giuseppe Lomonaco: assieme a loro conobbi il variegato mondo della Radio, e soprattutto il favoloso mondo di Francy, una ragazza ultratrentenne ma con lo spirito di una teenagers. Frizzante, pungente, impulsiva, esplosiva, ironica e dissacrante, logorroica ma preparata, colta, estroversa e dalla battuta pronta. Una sorta di Bonolis in gonnella. E non poteva essere che così per condurre e gestire con successo una trasmissione che monitorava, attraverso volenterosi aspiranti speaker, numerose trasmissioni sportive dell’hinterland romano, televendite, pubblicità, annunci di cartomanti e maghi d’ogni genere e specie, alla ricerca di strafalcioni ed orrori linguistici da commentare in studio per farsi quattro risate in stile Gialappa’s. La mia collaborazione durò solo qualche mese, ma ebbi modo di segnalare il “Principe Shamir”, equivoco cartomante in salsa araba, e il cantante Gigione, che spopola tuttora nella zona dei Monti Lepini. E ricordo benissimo il giorno in cui fu resa pubblica l’imminente morte del Pontefice, Giovanni Paolo II. Un giorno di Aprile del 2005, all’aggravarsi delle sue condizioni, la Direzione di Radio6 decise che la trasmissione doveva essere sostituita da una sorta di maratona incentrata sull’agonia del Santo Padre. Mentre Giuseppe Lomonaco, microfono alla mano, intervistava i passanti per le vie di Roma alla ricerca di commenti, io coadiuvavo Francesca dal computer alla ricerca di aggiornamenti sullo stato di salute del Papa, mentre lei intratteneva gli ascoltatori: quel giorno notai una speaker precisa e puntuale, capace di improvvisare, passando elegantemente da argomenti futili e grotteschi ad altri dai toni ben più seri e drammatici. E come dimenticare quando Paolo Bonolis, sentendola in Radio mentre era in auto con il suo autista, chiese di chi fosse quella voce squillante e in breve la contattò per darle un ruolo al suo Festival di Sanremo. In quell’edizione le affidò una parte dietro le quinte, ricamandole addosso ciò che meglio sapeva fare, parlare da un microfono, e gli spettatori della rassegna sanremese ebbero così modo di ascoltare, ogni tanto, gli interventi in stile “Grillo Parlante” di Francesca, mentre i telespettatori di tutta Italia, tranne quelli romani s’intende, si chiedevano curiosamente di chi fosse quella voce tanto allegra ed ironica, che amava scandire bene le parole, usare un linguaggio raffinato e versatile, in stile Bonolis per intenderci, riuscendo perfettamente a distinguersi nell’immenso panorama delle voci radiofoniche nazionali, tanto da prestarla alla televisione. Ha scelto il giorno del suo compleanno numero 41 (era nata, infatti, l’11 settembre 1971) per togliersi la vita. Uno strano scherzo del destino, o forse una decisione maturata, seppur consapevolmente, da uno dei peggiori tormenti del nostro tempo: la depressione. Buon compleanno Francesca, ma questa sgradita sorpresa non l’avremmo mai voluta vivere, né ricevere per regalo, se così si può dire. Ma la sua voce, carica di travolgente simpatia, d’ora in poi, mancherà davvero tanto ai suoi assidui estimatori della Capitale, quelli che la ascoltavano ogni giorno e per cui davvero “andava bene così”.
Cristian Vitali
Calciobidoni.it