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Luxury, luxury, luxury

Creato il 21 dicembre 2010 da Andreapomella

Luxury, luxury, luxuryHa scritto Mario Vargas Llosa: “La buona letteratura allevia l’umana insoddisfazione solo temporaneamente, in realtà la accresce, determinando lo sviluppo di un atteggiamento critico e anticonformista nei confronti della vita. Si potrebbe quasi affermare che a causa della letteratura gli esseri umani abbiano più probabilità di essere infelici”. Parto da qui per dire che di recente faccio una gran fatica ad essere infelice. Per quanto quest’esercizio mi sia riuscito piuttosto bene in passato, oggi mi aggiro sempre più spesso tra gli scaffali delle librerie in cerca della mia buona dose di infelicità. Il problema non sono i libri buoni che certo non mancano. Il problema è il mio atteggiamento recente nei confronti della letteratura e soprattutto il gioco di rispecchiamento che è generalmente richiesto agli scrittori, ossia essere testimoni del proprio tempo. Nel gran guazzabuglio multimediale in cui mi muovo giornalmente riesco ad essere asetticamente infelice, anche senza spostare la pagina di un libro di letteratura. E sempre più spesso mi trovo a disagio in quei luoghi ipercentrali che sono le librerie, dove gli echi del mondo arrivano contraffatti, posticipati, adulterati. Da qualche giorno godo del privilegio di avere una libreria a cinquanta metri da casa. È un beneficio che molti mi invidieranno. Ma è bastato un solo pomeriggio di frequentazione in quelle sale nuove di zecca per immalinconirmi. Un tizio parlava col direttore della libreria: “Dovreste centrare la vostra politica commerciale sui gusti degli abitanti del quartiere, quindi direi luxury, luxury, luxury…”. Un programma culturale senza meno avvincente, ma anche un buon motivo per pensare seriamente di mollare la letteratura una volta per tutte ed espatriare.


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