È notizia di qualche ora fa che il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo ha rifiutato i cosiddetti rimborsi elettorali, pari a quasi 1 milione e mezzo di euro.
Grillo insieme al portavoce siciliano del M5S Giancarlo Cancellieri.
Se ci limitiamo ai fatti, la rinuncia a una somma di tale portata (che per un movimento in rapida crescita come il loro è ossigeno) rappresenta un gesto importante di rinuncia a qualcosa che, per legge, è loro dovuto.
Se andiamo un poco più a fondo, magari in modo cinico, si potrebbe dire che è un’ottima strategia di comunicazione (“quel che noi diciamo, facciamo”) che li differenzia dal resto del sistema politico, rendendoli ancora una volta gli unici veri duri&puri. Correttezza Vs Corruzione, si potrebbe dire. In ogni caso chapeau ai ragazzi dei 5 stelle.
Una cosina: ma poi, quel milioncino, dove va a finire? O meglio, dove va a finire lo sappiamo: nelle casse dello Stato. Vedi anche dispersi. Non so come funzioni nello specifico la questione dei rimborsi elettorali, ma mi chiedo: perché il M5S, invece di “limitarsi” a rifiutarlo non ha imposto/richiesto la “tracciabilità” di quel milione allo Stato? Che andasse, chessò, alla popolazione dell’Emilia o a supporto di altre cause da loro appoggiate.