In questi giorni ho cercato di informarmi il più possibile sul destino del prossimo Governo italiano. Prima di prendere parte al gioco #MontiSi #MontiNo di Servizio Pubblico (sorprendente che la diffusione di poche notizie sull’origine “politica” di Mario Monti siano state sufficienti a sovvertire il risultato del sondaggio), ho pensato che in realtà, a questo punto (a cui non saremmo dovuti arrivare) non abbiamo grandi scelte e che forse un’idea più chiara potremo farcela solo dopo aver conosciuto i membri proposti per il nuovo esecutivo. Purtroppo i primi nomi che circolano nel “totoministri” sono la prova che il prossimo sarà un governo “istituzionale”, anziché “tecnico”. Per cercare una maggioranza parlamentare solida, dunque, pare che si andranno a ripescare membri del Governo attuale (già ampiamente sfiduciato), come La Russa e Frattini, accanto a esponenti di spicco delle altre forze parlamentari. Tra questi circola il nome di Rocco Buttiglione: il senatore dell’UDC, secondo questi rumors, dovrebbe sostituire Maria Stella Gelmini al Ministero dell’Istruzione. Forse è opportuno ricordare che l’illustre esponente dell’UDC, che parla 5 lingue (purtroppo tutte contemporaneamente, come dice Sabina Guzzanti), nel 2004 fu respinto dall’Europa per le sue posizioni contro le donne e contro gli omosessuali: “come cattolico considero l’omosessualità un peccato, ma non un crimine“, ” I bambini che hanno solo una madre e non hanno padre sono figli di una madre non molto buona. E i bambini che hanno solo un padre non sono bambini perché un uomo da solo può fare un robot. Ma non può fare bambini“, “le famiglie tradizionali pagano le pensioni ai gay“, sono alcune delle sue affermazioni. Il Parlamento europeo, infatti, votò la sua bocciatura come membro della Commissione (la nomina fu avanzata da Berlusconi), costringendo Barroso a riformulare una nuova proposta per l’Esecutivo Europeo. Dopo due anni la casa delle Libertà lo candidò a sindaco di Torino contro Chiamparino, e ottenne il 29, 4% di preferenze (contro il 66,6% di Chiamparino).
La carriera accademica di Rocco Buttiglione non è maturata in Università Pubbliche. E’ vero, è docente universitario, ma – ribadiamolo - solo di “pie” Università e dell’Istituto “accademico” da lui stesso fondato in Lienchstein, l’Academy for Philosophy in the Principality. Possiamo essere certi, dunque, che non abbia grande considerazione dell’Istruzione come Funzione Pubblica, nè che possa giovare al nostro prestigio internazionale. Se poi lo scopo di questo nuovo Esecutivo è aiutarci a rivalutare quello di Berlusconi ditecelo subito, senza farci alimentare l’illusione che forse qualcosa può cambiare davvero.