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Trama semiseriaUna famiglia benestante, di sinistra e pure -massì- molto radical-chic, organizza un weekend con gli amici nella cascina in campagna. La figlia di Sergio Castellitto e Laura Morante invita per l’occasione il suo fidanzatino… un giovincello interpretato da Enzo Jannacci. Come la prenderà il padre che era già pronto ad accogliere amichevolmente qualsiasi tipo di (futuro) genero, persino un terrorista islamico, ma er vecchio maprione no?
Recensione cannibaleCapita alle volte, e anche spesso, di ignorare alla grande alcuni attori e registi. Poi a un certo punto per caso li scopri e scopri che non erano poi così male. È quanto successo a me con Sergio Castellito che fin’ora non avevo mai cagato più di tanto e invece dopo questa piacevole sorpresa del somaro mi sono andato a riscoprire pure con il precedente Non ti muovere. Ma procediamo con ordine e senza spingere, per favore.
La bellezza del somaro è un film profondamente radical-chic con una serie di personaggi tutti radical-chic. Io però sono talmente radical-chic da riconoscermi più in un modello radical-chic internazionale che non in quello italiano qui proposto, quello per dire che ascolta Paolo Conte, pensa che Fabio Fazio faccia rima con Dio e vota Rutelli, ché Bersani è già troppo estremo e sovversivo.Nella galleria di personaggi che si ritrovano a passare insieme un tranquillo weekend in campagna c’è naturalmente Sergio Castellitto, architetto di successo, sposato con la solita nevrotica Laura Morante ma che si consola con l’amante stragnocca Lola Ponce. I suoi amici sono molto radical pure loro, come il divertente farfallone Marco Giallini (daje Giallì, che sei er mejo!) e Gianfelice Imparato con perenne bluetooth all’orecchio perché segue un corso intensivo d’inglese. Laura Morante oltre ad essere la solita nevrotica è per giunta pure una strizzacervelli che si porta con sé per il weekend in the country house anche un paio di pazienti schizzati: la rompicojoni Barbora Bobulova e un tizio fissato con la morte e col suicidio che si guarda ossessivamente Il settimo sigillo di Bergman, perché anche la follia vuole la sua bella componente radical-chic.
Il personaggio migliore e più chic è però quello della figlia interpretata dalla splendida Nina Torresi, una rivelazione assoluta. È bello vedere finalmente un volto nuovo e fresco al di là dei soliti noti (e a volte nemmeno tanto noti) che si alternano in tutti i film possibili. Alba Rorhwacher, ti fischiano per caso le orecchie? La giovincella ha una vita sentimentale parecchio travagliata e intorno a lei ruotano tutta una serie di ragazzi. E non solo ragazzi. Per il weekend in campagna infatti la nostra invita a sorpresa il suo fidanzato segreto: un 70enne interpretato da Enzo Jannacci, altro personaggione eccellente di questa commedia; ogni volta che parla tira fuori qualche perla di saggezza, cosa che fa scattare una divertente musichetta quasi da santone.
Di cosa parla dunque questo film? Di una relazione tra un 70enne e una minorenne? Qualche riferimento per caso al Premier? Quando la sceneggiatura è stata scritta i cenni al caso Ruby Rubacuori erano impossibili (ma poi neanche tanto) da prevedere, però c’era già stato il caso Noemi Letizia e quindi sì, i riferimeni magari non sono così casuali, perché come dice una battuta del film: “Berlusconi c’entra sempre.”
Castellitto è riuscito quindi a sorprendermi con una commedia frizzante che fa per me perfettamente il paio con Tamara Drewe, altro film brillante ambientato in campagna, con la sola differenza che là i protagonisti radical-chic erano inglesi. La colonna sonora, per quanto nulla di innovativo, grazie a Cranberries e 50 Cent (P.I.M.P. in un film di Castellitto? Yes we can!) è comunque nettamente superiore a quella di Non ti muovere (come vedremo tra poco).Ho già detto che è La bellezza del somaro è un bel film profondamente radical-chic? Sarà per questo che, uscito nel periodo natalizio, è stata una delle poche commedie italiane a floppare. Evidentemente non era abbastanza una minchiata per attirare i consensi del grande pubblico (somaro).(voto 7+)
Non ti muovere(Italia 2004)Regia: Sergio CastellittoCast: Sergio Castellitto, Penelope Cruz, Claudia Gerini, Angela Finocchiaro, Marco Giallini, Elena PerinoGenere: dramaSe ti piace guarda anche: Apri gli occhi, C’era una volta in America, Vicky Cristina Barcelona
Trama semiseriaSergio Castellitto è un chirurgo che un giorno si vede arrivare in ospedale la figlia, a rischio dopo un incidente quasi fatale col motorino. In questa tragica occasione, Castellitto rivive in flashback alcuni momenti del passato, tra cui anche la storia d’amore malato e violento con la brutta Penelope Cruz. Una Penelope Cruz brutta, avete capito bene, e non è un film di fantascienza.
Recensione cannibaleDopo aver visto due film (su tre) del Castellitto regista/attore/sceneggiatore, posso dire che possiede un tocco personale piuttosto marcato e preciso. Non so se si può parlare di tocco autoriale vero e proprio, però di certo il Sergio nazionale c’ha alcune caratteristiche che rendono i suoi film vivi. Il suo cinema cerca di indagare nei lati oscuri dei personaggi e in questo Non ti muovere in particolare va a scavare dentro l’ego(centrico) chirurgo da lui stesso interpretato, con le sue perversioni, la sua voglia di fuggire dalla moglie Gerini e da una vita fatta di certezze per cercare il sesso (e l’amore) randagio di una povera zingara bruttina; il fatto che la splendida Penelope Cruz risulti credibile in una parte del genere dimostra tutta la bravura di questa notevole attrice spagnola.
Va anche sottolineato però come non tutto funzioni alla perfezione e come alcuni elementi del mondo di Castellitto non coincidano con il mio mondo ideale: la colonna sonora in primis, davvero discutibile (ma diciamo anche sull’orribile andante) con Vasco, Europe, Toto Cutugno e Nino Buonocore (?!?!?). Eppure in qualche strano modo risultano, se non gradevoli, quanto meno funzionali al racconto, visto che la musica agisce come da motore scatenante dei vari flashback del protagonista. Epperò è anche vero che con delle canzoni migliori l’effetto sarebbe risultato più efficace, però il cinema di Castellitto è molto personale e va quindi tenuto così, con i suoi difetti. Per lo meno va apprezzato il fatto che non abbia cercato di snaturarsi proponendo delle scelte musicali non sue. Altra componente non proprio gradita, almeno da me, è una tendenza eccessiva all’enfasi, al recitato urlato, tipica purtroppo di molto cinema italiano. Sarà che preferisco le emozioni più delicate, sussurrate. Gli strilli preferisco lasciarli ai programmi tv spazzatura tipo GF (con cui comunque specifico, prima di essere frainteso, che questo film NON ha nulla a che fare).
Non ti muovere è un film di sentimenti, ma non di buoni sentimenti. È anzi una pellicola che sa essere cattiva e picchiare forte, per quanto alla fine scelga di non affondare del tutto il pugno dentro lo stamaco. Anche se ho preferito leggermente il tocco più leggero e scanzonato de La bellezza del somaro, il cinema del Sergio nazionale me lo prendo tutto così com’è, anche con i suoi difetti, anche con le sue componenti che non mi piacciono (altro esempio: Angela Finocchiaro, NON credibile come attrice che faccia commedie o drammi), perché sono tutte parti che contribuiscono a creare un’insieme di forte personalità. E con le forti personalità non si può scendere a compromessi e si devono prendere con il pacchetto completo. Che al discount magari te lo vendono pure in offerta speciale. Basta che non ti muovi.(voto 7)
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