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Ma come si permette Gesù di darci degli ordini? (Curiosi discorsi sul sito della diocesi)

Creato il 22 gennaio 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

dal sito della diocesi

Esterrefatto, senza parole. L’unione uomo-donna non è bersaglio di nessuno. Alcuni vorrebbero sposarsi o almeno convivere ma non hanno soldi sufficienti e il lavoro non dà certezze. Sono problemi evidenti. Non sono i gay e le lesbiche o addirittura i o le trans a impedire alle famiglie tradizionali di vivere. Pare una polemica inutile, se non a scaldare la campagna elettorale con contrapposizioni stranissime. Gay contro etero? Assurdo, come viceversa. In natura l’omosessualità esiste, sia nel mondo animale che vegetale. L’uomo è un animale culturale, e anch’esso presenta una varietà notevole, in tutti gli ambiti, compreso l’orientamento sessuale senza che ciò causi disastri e catastrofi. Gesù di Nazareth era gay? Non lo sappiamo né sapremo mai. Non fa differenza. La sua predicazione è intessuta di parabole, cioè favole, intervallate ogni tanto da imperativi, cioè comandi, ordini. Egli dà degli ordini sul piano etico sui quali non si può discutere. Come si permetta non lo so. Anche fosse veramente Dio perché dà ordini a esseri liberi e pensanti? Nessuna persona educata da ordini di quel tipo minacciando anche l’inferno o promettendo il paradiso.
Dove non c’è discussione, confronto razionale, ovvero dibattito fra argomentazioni motivate, non c’è civiltà. Non sono gli imperativi indiscutibili a far crescere l’umanità e neanche le favole. Aiuterà semmai la scienza. Sarà utile la filosofia, la conversazione civile tra gli uomini e le donne (e anche i gay e le diversità sessuali). Sarà preziosa l’intelligenza, come la collaborazione, l’impegno civile. Ormai solo un Dio ci può ulteriormente rovinare: l’umanità già si fa del male da sola. Aggiungere altro odio ideologico è sconfortante. Segue l’intervento di un medico cattolico.

A PROPOSITO DI GENDER
Intervento del dottor Emiliani:
«La ragione e la biologia
consegnano alla società
un unico modello di famiglia»

Le varie forme attuali di dissoluzione del matrimonio (unioni libere, “matrimonio di prova”, pseudo-nozze fra persone dello stesso sesso) così come le diverse teorizzazioni del pensiero “gender”, sono espressioni di una libertà assoluta (nel senso di ab-solutus, sciolto da ogni legame) divenuta in realtà una prigione. In particolare l’ideologia “gender”, proponendo la irrilevanza della differenza sessuale come costitutiva del matrimonio, conduce alla destrutturrazione della identità personale in nome della legittimazione di qualsiasii forma di sessualità. Una corrente di pensiero minoritaria, ma ben amplificata non solo dai media ma anche da iniziative giuridiche e politiche, nazionali ed internazionali, mira ad affermare l’identità sessuale (“genere”) come costruzione radicalmente indipendente dalla corporeità sessuata (“sesso”).
Relativizzando così la nozione di sesso, al naturale dualismo maschile-femminile, si contrappongono altre identità promosse da scelte individuali che, mistificando la realtà, inducono a declinare la famiglia secondo una pluralità di modelli.

Ma essere maschio o femmina corrisponde ad una struttrazione oggettiva che ci appartiene già dalla nascita oppure è il frutto di una autodeterminazione assoluta fondata su private categorie personali di preferenza?

La ragione ci assicura che la diversità maschio-femmina è genetica, ormonale, fenotipica, neurobiologica.

La scienza ci assicura che la diversa strutturazione anatomofunzionale del cervello maschile e del cervello femminile spiega quelle differenze di comportameto, di affettività, di intuito e di intraprendenza che da sempre, empiricamente, si svelano nel confronto fra il mondo maschile e quello femminile. Mondi diversi ma non distanti, contrapposti ma non antagonisti.

La sintesi naturale della esperienza maschile e femminile avviene nella famiglia che, attraverso il matrimonio, diventa soggetto pubblico e svolge compiti di accoglienza, di educazione, di solidarietà e di continuità tra generazioni che anche la nostra Costituzione riconosce di insostituibile rilevanza sociale.

La consapevole assunzione di responsabilità e doveri sancita dal matrimonio rende la famiglia il luogo stabile di complementarità sessuale, relazione affettiva, riproduzione naturale e crescita della prole

Sul piano legislativo e giuridico la famiglia fondata sul matrimonio risulta altro rispetto ad ogni diversa forma di convivenza affettiva: per questo sarebbe ingiusto considerarle sullo stesso piano, in quanto l’elementare principio di non discriminazione esige che forme diverse siano trattate in modo diverso.

Solo una ideologica bugia può realizzare una radicale mutazione antropologica della famiglia

«Le bugie somigliano alle monete false: coniate da qualche malvivente sono poi spese da persone oneste, che perpetuano il crimine senza saperlo. Così la bugia, soprattutto se detta da persona autorevole o di successo, corre in tutte le direzioni e lentamente si trasforma in verità, se non ci sottomettiamo alla fatica della verifica e della critica» (Josef de Maistre,1753-1821).

dottor Paolo Emiliani
Presidente del Forum provinciale delle associazioni familiari

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