Abbiamo celebrato ieri la Giornata mondiale contro l’Aids, istituita per accrescere la coscienza dell’epidemia che dal 1981 ad oggi ha ucciso oltre 25 milioni di persone, diventando una delle più distruttive che la storia ricordi.
Quello che non è stato detto o scritto, però, è che il primo organismo internazionale impegnato contro l’Aids è costretto a tagli drastici nei prossimi anni. In un comunciato il Fondo Globale per la lotta all’Hiv, , la tubercolosi e la malaria ha dichiarato, infatti, di non poter più sovvenzionare nuovi progetti almeno sino al 2014. In questa prospettiva i Paesi dell’Africa australe saranno i più colpiti, con un ritorno di epidemia specialmente per l’Hiv.
L’organismo fornisce più del 70% dei fondi per far fronte alle spese mediche e da solo rappresenta il maggiore donatore nella parte a sud dell’equatore del continente. In Paesi come Suazilandia, Malawi, Zimbabwe e Mozambico ci si attende un forte incremento dei decessi dovuti a malattie virali e infettive mentre le scorte di farmaci già incominciano ad essere razionate.
«È un disastro per un Paese come lo Zimbabwe – dichiara Faizel Tezera, operatrice di Medici Senza Frontiere – dove più di 86 mila persone rimaranno senza cure e circa 5 mila bambini saranno colpiti dall’Aids».
Nella Suazilandia su una popolazione di 1,2 milioni di abitanti il 26% è infetta da Hiv. Si stima che in tutto il mondo siano 33 milioni le persone che ogni anno contraggono e vivono con la malattia, due terzi di questi si trovano nell’Africa subsahariana.
Per quanto in tempi recenti l’accesso alle terapie e ai farmaci antiretrovirali sia migliorato in molte regioni del mondo, l’epidemia di Aids ha mietuto circa 3,1 milioni di vittime solo nel 2005, oltre la metà delle quali (570 mila) erano bambini.
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