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Gli nominano Berlusconi e lui ride. Sarà la recente tarda nuova paternità a metterlo di buon umore, perché a rigor di logica Nicolas Sarkozy avrebbe ben poche ragioni per ridere.
Non si può certo smentire che il personaggio Berlusconi è ormai diventato lo zimbello dell'arena politica internazionale, ma si dovrebbe pure affermare che se la stampa francese rendesse a Sarkozy la stessa opera che l'italiana rende a Berlusconi, ce ne sarebbe tanto da ridere pure sul presidente francese.
Pare però che non esista in Francia un Marc Travail che abbia fatto dell'opera di sputtanamento del presidente di Francia la propria ragione di vita e vera unica forma di sostentamento; non c'è in Francia una magistratura che insegue il presidente della Repubblica in ogni angolo del Paese e non lo intercetta anche quando parla al citofono e, soprattutto, non passa ai giornali il contenuto delle intercettazioni.
Non c'è nessuno in Francia che si diverta ad appellare il presidente con nomignoli di ogni sorta, eppure la statura e la fisionomia di Nicolas si presterebbero magnificamente alla bisogna.
Sarà forse perché se qualche giornale si azzarda a qualche critica di troppo rischia la chiusura? Si, perchè pare che in Francia e soprattutto il presidente francese non amino molto la "satira", genere invece molto in voga da noi ormai da anni.
Pare, in somma, che l'unica critica che si possa avanzare al presidente e alla sua premiere dame è la scelta del nome della figlia, che suona, ma guarda un po' tu, troppo italiano.
In Francia la ex signora Sarkozy non rilascia interviste a "La Republique" per sputtanare il marito e bussare a soldi, né pare che i giornali si afffannino molto nel seguire i vari e numerosi scandali finanziari nei quali il presidente appare coinvolto: Clairstream, Karachi e Bettancourt rimangono nomi sconosciuti ai più, forse anche perché i magistrati non passano verbali giudiziari ai cronisti.
Pare pure che in Francia sia considerato non corretto parlare troppo della vivace vita sentimental sessuale della coppia presidenziale e nemmeno avanzare il dubbio che la signora Bruni in Sarkozy influenzi troppo le scelte del marito presidente.
In Francia preferiscono pure sorvolare sui rapporti disinvolti che il presidente ha tenuto e tiene con alcuni dittatori: nessuno sembra infatti ricordare i rapporti di calda amicizia che l'inquilino dell'Eliseo ha intrattenuto col defunto rais libico, per poi bombardarlo e abbandonarlo alla mercé della folla in rivolta.
Sarà che la stampa francese è più attenta a non degradare l'immagine della Nazione, rappresentata dal suo presidente, o sarà che in Francia c'è un regime poliziesco che non sospettiamo, oppure semplicemente che giornalisti francesi non hanno altre entrate che quello dello stipendio pagato dai loro editori, al contrario degli italiani che a quanto pare arrotondano collaborando con qualche servizio segreto straniero (e se gli inglesi hanno sul libro paga così tanti professionisti, figuriamoci quanti ne hanno gli americani, mentre dei russi abbiamo già saputo).
Eppure, nonostante la protezione goduta, la popolarità di Nikolas Sarkozy è oggi ai minimi storici: ma allora. che avrà mai da ridere?
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