Voglio raccontarvi di qualche sera fa, quando, passando per Milano, ho trovato una piazza piena di gente.
Era martedì 10 maggio e quella piazza si era riempita per “Milano libera tutti”.
Un paio d’ore di concerti gratuiti, dj-set e parole, con cui la Sinistra di questa città diceva no alla Moratti e agli ultimi anni di oscurantismo culturale.
E, anche se io non ho vissuto a Milano e non ho visto il cambiamento, la notizia che i posti chiudessero mi è arrivata. E deve essere parecchio brutto quando si vive in una città che potenzialmente offre tanti svaghi e dovrebbe essere culturalmente attiva – e magari attiva lo è pure stata – e si assiste ad un declino come questo.
Insomma, non deve essere facile vedere la tua città morirti davanti agli occhi. O, anche se non è la tua, non è comunque bello veder peggiorare una città importante.
E penso che sia stato questo ad aver spinto i gruppi a suonare gratis l’altra sera.
C’erano gli Afterhours, i Casino Royale, i Marta sui Tubi. E c’era Roy Paci, i Ministri e Dente. Più mezzi Subsonica.
L’evento è stato un successo.
E, anche se ero là, questo non posso confermarvelo. Visto che con i numeri non sono un granché.
Ma comunque la gente c’era.
Molti ragazzetti, si. Probabilmente nemmeno residenti.
Quindi pochi di questi andranno a votare per Pisapia.
E, nella peggiore delle ipotesi, la Moratti continuerà a conservare il suo posto.
Una come lei, che ha dimostrato l’altra sera su Sky di essere capace di qualsiasi cosa, pur di guadagnare qualche voto.
Ma si sa, la gente spesso non ci fa caso a queste sottigliezze. E continua a pensare che una donna possa essere meglio di un uomo, solo perché donna.
E comunque, a parte la Moratti e Pisapia, l’altra sera a Milano hanno parlato tante persone.
E l’intento di tutto ciò non era soltanto quello di portare voti a Pisapia, che ha fatto capire di essere pro-giovani e pro-cultura ecc.
L’intento era quello di far capire che votare è importante.
Anche se forse sono davvero tutti uguali.
Ma a non votare non ci guadagnano certo i migliori, che poi rimangono fregati e non possono far altro che lamentarsi di quanto tutto faccia cagare.
E la finisco qui, dicendo che il personaggio migliore di tutti, il più rock, il più figo, il vero agitatore di piazza non è stato un cantante rock, ma un prete. E vabbè che Don Gallo non è un prete qualsiasi, ma è come tutti i preti dovrebbero essere: capaci di dire le cose come stanno, veramente.
E, come ha detto lui:
“Andate a votare. L’Italia è una Repubblica democratica, ve lo deve dire un prete, laica!”.
“Studiate perché il padrone sa mille parole di più, e sapete chi lo diceva questo, Antonio Gramsci nel 1917”.