Magazine Cultura
I giorni che precedono il Natale a scuola, di solito si caratterizzano per l'attività piuttosto frenetica. Per quanto si possa decidere di fare anche poche semplici cose, caratterizzate da multiculturalità e da laicità è impossibile continuare, per via delle sollecitazione dei bambini, a far finta che sia un periodo dell'anno come un altro. Ed è proprio in questo clima caratterizzato dal lavoro di gruppo, da scambio e intenso via vai che i bambini hanno modo, più spesso che negli altri periodi di parlare, scambiare pareri e informazioni. Ieri l'altro, proprio in una situazione come quella descritta, si sono avvicinate alla cattedra, mentre io smistavo le letterine per i compiti delle vacanze di Natale, due bimbe di quarta. Con molta cortesia, guardandosi in giro in maniera dubbiosa, hanno detto quasi in coro: "Maestra possiamo farti una domanda?" Ho risposto rinforzando con un cenno del capo: "Sì, certo!" Hanno continuato incerte: "Ma, secondo te, esiste Babbo Natale". Ho continuato ad armeggiare coi fogli sparsi, mi sono presa i secondi necessari a capire dove volevano andare a parare, nel frattempo hanno continuato a guardare perplesse dietro di loro. Dietro a loro c'era un gruppetto misto di alunni, non più di quattro, apparentemente assorti nel lavoro. In quei secondi ho valutato cosa dire, ho abbassato lo sguardo sulla cattedra e mi è cascato l'occhio su un disegno di Babbo Natale, messo a corredo di una storia che ho preparato come lettura per le vacanze e ho risposto: "Volete sapere cosa penso, se io ci credo?" "Sì." Hanno detto in coro voltandosi per l'ennesima volta e permettendomi così di capire cos'era appena accaduto. "Vedete questi fogli? Li ho preparati per voi, ci ho messo Babbo Natale, perché in qualche modo vuol dire che ci credo, che voglio ancora alla mia età credere in ciò che amo e mi piace... Come mai lo chiedete?" E voltandosi verso i compagni hanno detto: "Loro hanno detto che non esiste, che è un'invenzione". Le ho guardate entrambe e lì mi è venuto da pensare a loro come a due anime pure e semplici, non ho perso di vista il gruppetto alle spalle che faceva vistosamente finta di non ascoltare e mi è venuto da pensare che erano i duri, quelli che già si sentono di togliere le ancore dall'infanzia, si vede da come scalpitano, da come faticano a controllarsi a volte. Le bambine si sono voltate di fronte a me, chiudendo la vista verso i compagni e allora, solo allora, sicura di non essere ascoltata, ho aggiunto con calma: "Ciascuno decide liberamente cosa continuare a credere, se a voi Babbo Natale piace e non c'è nulla che vi faccia pensare che non esiste, dovete crederci. Così come i vostri compagni è giusto che abbiano la loro opinione. Non c'è un limite, nè un'età per la fantasia, noi decidiamo quando e quanto farne uso, perciò se la vostra convinzione è quella, dovete continuare a sostenerla".
Sono tornate al loro posto e ho continuato silenziosamente a riflettere sulle caratteristiche dei bambini, alcuni li ho definiti puri nel senso che mantengono ancora intatto, pur comportandosi già come bambini cresciuti, alcuni tratti dell'infanzia. Altri invece sono più pratici, i duri, maggiormente proiettati avanti nel tempo, forse influenzati da fratelli più grandi, più consapevoli e in qualche modo più smaliziati. Ma solo grandi apparentemente, come se avessero una specie di scorza, perchè alla fine, mi sembrano loro i più fragili, con quest'ansia di correre, di ritrovarsi già a quindici anni e di staccarsi dall'influenza dell'adulto. Gli altri mi sembrano invece più disposti ad aspettare ecco. Quasi a godersi questi scampoli d'infanzia che ancora restano. Perchè, mentre tornavano al posto, il lampo di luce della fantasia, di quella fantasia che non vuole ancora rompere l'incantesimo, l'ho comunque vista.
E in ciascuno c'è qualcosa di bello, che si completa con l'altro modo di essere. Perchè a stabilire cosa esiste e cosa no è proprio quel confronto tra bambini, anche così sofferto a volte.© Crescere Creativamente consulta i Credits o contatta l'autrice.
Possono interessarti anche questi articoli :
-
animali e padroni
La questione degli uffici che per fare i moderni hanno uno o più animali domestici è controversa e ogni volta occorre fare attenzione a non urtare la sensibilit... Leggere il seguito
Da Plus1gmt
SOCIETÀ -
L’esilio (A Tolonc) – Mihály Kertész (1914)
Prima di andare negli Stati Uniti e vincere due Oscar, Micheal Curtiz aveva conosciuto il successo in Ungheria. Tra i suoi primi lungometraggi troviamo A Tolonc... Leggere il seguito
Da Mutosorriso
CINEMA, CULTURA -
alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 29.06.15
Christian Raimo, “Dalla parte dei greci, subito”: Perché molti giornalisti trattano questo tema con indifferenza se non con sarcasmo? Leggere il seguito
Da Plus1gmt
SOCIETÀ -
Recensione: "Le stanze dei fantasmi" di Collins, Dickens, Gaskell, Procter,...
Titolo: Le stanze dei fantasmiTitolo originale: The haunted houseAutore: Collins, Dickens, Gaskell, Procter, Sala e StrettonEditore: Del vecchioPagine:... Leggere il seguito
Da Elisa_antoinette
CULTURA, LIBRI -
Come sopravvivere a un mese senza internet
.La risposta potrebbe essere: “Impossibile”, e potremmo concludere qui ques’articolo.La verità è che “è difficile”, ma ce l’ho fatta.Come?Con molta pazienza. Leggere il seguito
Da Sommobuta
CULTURA, DIARIO PERSONALE -
ANTEPRIMA #19 : L'Angelo di Marchmont Hall di Lucinda Riley
La scrittrice di Il Giardino Degli incontri Segreti ( pubblicato in Italia da Giunti nel 2012 e balzato subito nei primi posti delle classifiche ), torna in... Leggere il seguito
Da Cristina
CULTURA, LIBRI