Qualche anno fa scoprii un gioco di carte intitolato Credo! The Game of Dueling Dogmas. Non ci ho mai giocato, ma leggendo il regolamento e guardando il materiale, mi sembra un gioco dall'ambientazione molto affascinante.
I giocatori impersonano dei patriarchi che partecipano ad un concilio ecumenico (non è detto esplicitamente, ma sembrerebbe il concilio di Nicea del 325): il loro compito è votare i nove articoli del Credo (o meglio, di una sua versione fittizia). Per ciascun articolo esistono diverse varianti, «ortodossa», «apollinare», «monofisista», eccetera, e ciascun patriarca ha un suo «credo» personale che è una combinazione di queste dottrine. I giocatori-patriarchi si alleano tra di loro e si combattono a colpi di anatemi, persecuzioni, conversioni, eccetera, acquistando e perdendo vescovi e fedeli, fin quando l'imperatore convoca una sessione del concilio per votare un articolo: dopo il voto, i giocatori-patriarchi che hanno una versione dell'articolo diversa da quella vincente vengono perseguitati e perdono fedeli, in numero tanto maggiore quanto più quell'articolo era per loro importante.
Parlo di questo gioco perché leggendo le versioni non-ortodosse degli articoli rimasi colpito della varietà delle credenze cristiane di quell'epoca: sebbene si tratti di un gioco e non di un testo accademico, infatti, ciascuna versione è stata realmente sostenuta da qualche cristiano dell'epoca. Tendiamo a vedere il Cristianesimo come qualcosa di ben definito, eppure ci sono state persone che si definivano cristiane e che credevano in cose che molti cristiani oggi troverebbero assurde.
La cosa mi è tornata in mente con la pubblicazione di un test intitolato «Scopri quanto sei cattolico», che cerca di misurare quanto una persona (presumibilmente cattolica) abbia credenze che corrispondono al magistero cattolico. L'idea di fondo del test è condivisibile: le persone che si identificano come «cattoliche» (ma il discorso vale anche per le altre confessioni) credono realmente in ciò che la Chiesa insegna?
Vi sono persone che si definiscono «cattoliche», ma che della transustanziazione, dell'immacolata concezione, dell'infallibilità papale, della teodicea, del significato del peccato originale, eccetera, non sanno nulla: loro credono in Gesù e sono cattolici, e questo è quanto.
Ci sono altre persone, sempre «cattoliche», che credono in Gesù e nella Chiesa cattolica, ma ritengono che il Papa si sbagli in materia di sesso prima del matrimonio, per esempio, oppure che ritengono che la convivenza more uxorio debba essere riconosciuta dalla legge.
Altre persone si definiscono «cattoliche» pur avendo solo una vaga spiritualità, ritenendo che esiste «un Dio», che questo Dio abbia qualcosa a che fare con Gesù, che le preghiere funzionino ma i sacramenti come battesimo e matrimonio in chiesa si praticano solo per far contenti la famiglia.
Sono cattolici questi? È giusto considerarsi cattolico se non si crede che la Chiesa sia il tramite tra l'uomo e Dio? Allora quanti sono i veri cattolici, per esempio in Italia?
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