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Ma il ministro Carfagna è la faccia pulita del Pdl?

Creato il 21 novembre 2010 da Lalternativa

Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe stato il ministro proclamato il ‘più bello del mondo’ a ruggire contro Berlusconi e la camorra? Del resto, sono stati in molti a pensare che, prima o poi, le donne avrebbero causato la rovina del Cavaliere. Tuttavia, facili ironie a parte, è al ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, che oggi L’Alternativa guarda con curiosità.

Mara Carfagna, “creatura” del presidente del Consiglio, come lo stesso Silvio l’ha definita mentre era impegnato a screditare ulteriormente il nostro Paese anche in Portogallo, non ha mandato giù che il governo abbia deciso di affidare a Nicola Cosentino la gestione dei termovalorizzatori per smaltire l’immondizia campana. Lo stesso Cosentino indagato per concorso esterno in associazione camorristica, in particolare con il clan dei casalesi, quelli diventati famosi con Gomorra.
Lo stesso Cosentino che al momento è coordinatore del Pdl in Campania e che ha dovuto dimettersi dall’incarico di sottosegretario all’Economia. Lo stesso che non è stato arrestato solo perché il Parlamento lo ha tutelato grazie alle nefaste leggi italiane.

Cosentino è dunque un uomo di specchiate doti manageriali deve aver pensato tutto il Pdl che, sordo alle richieste della Carfagna, ha pensato bene di affidare allo stesso uomo della “banda” di cui ha quasi paura il ministro Carfagna, un affare da oltre 150 milioni per smaltire l’immondizia che puzza ogni giorno di più.

“Devi spiegarmi cosa è successo – ha detto Carfagna a Berlusconi appena appresa la notizia – sono mesi che quella banda mi attacca, non puoi lasciare l’intera gestione dell’emergenza nelle mani di Cosentino e dei suoi uomini”.

Silvio il tranquillo ha provato a rassicurarla ma lei, evidentemente, non subisce più le tanto decantate doti persuasive del premier e decide: “Non voglio più stare vicino a certi affaristi. Starò col presidente in questo momento di bisogno. Ma dopo il 14 (dicembre, quando si voterà la fiducia al governo, ndr) mi sentirò libera”.

Libera da quel gruppo di potere che nella stessa regione della Carfagna, la Campania, si contende la gestione dei temovalorizzatori. La Carfagna avrebbe voluto il commissariamento dello smaltimento dei rifiuti, affidandolo al presidente della Regione, Stefano Caldoro (Pdl), per impedire che le scelte sulla costruzione dei costosissimi ‘smaltisci-monnezza’, passassero dalle mani dei due presidenti di Provincia, Edmondo Cirielli e Luigi Cesaro (uomini di Cosentino). Carfagna insisteva e proprio quando il Consiglio dei ministri aveva accettato la sua proposta, Cosentino e altri si sono ribellati minacciando di non fare entrare i deputati campani in aula per votare la Finanziaria”.

Così non è stato difficile per Berlusconi cambiare idea e l’affare termovalorizzatori ora sarà soggetto alla sovrintendenza anche delle Province, dunque della potente corrente Cosentino.

Ad oggi, in Campania c’è un solo termovalorizzatore, quello di Acerra, che funziona solo in parte, e che è già costato 25 milioni. Altri 75 milioni di euro sono stati investiti per la realizzazione di quello di Salerno non ancora pronto. Altrettanti se ne prevedono per Napoli. Il terzo impianto non si sa ancora dove realizzarlo.

Ma secondo il ministro La Russa, la Carfagna non deve incaponirsi e non deve insistere “per beghe locali” sul commissariamento. Non deve intromettersi. Non deve impedire che la camorra si approvvigioni di denaro che rischia di essere fornito proprio dal governo di cui la Carfagna è ancora per poco parte integrante.

Ma i media nazionali, piuttosto che spiegare cosa sta succedendo, si sono affrettati a pubblicare le foto di quando Mara Carfagna era una ragazza che cercava un posto al sole e giocava con la sua bellezza per conquistare la ribalta. Oggi, quasi a dire ‘sei stata miracolata e ti lamenti pure’, come a insultare questa sua presunta voglia di fare giustizia, giornali, tv e pure internet sostengono Berlusconi che le dice “ti ho creata io e ti comporti così?”.

Dalla Mussolini, certo, ci saremmo aspettati il comportamento che poi ha effettivamente avuto: ha fotografato Carfagna e Bocchino (Fli) insieme in Parlamento, accusando il ministro di “tradimento” e di voler passare con i finiani. Ma la Carfagna ha replicato: “Quello è stato un atto di cattivissimo gusto che non merita commenti ma che si addice alla persona che l’ha commesso”, ha detto, “a Napoli le chiamano vaiasse”.

Per aver definito la Mussolini una vaiassa, la Carfagna avrà sempre un posto nei nostri cuori. Ma per ora staremo a vedere se lascerà davvero il governo e rinuncerà anche allo scranno in Parlamento come ha annunciato.

Tuttavia, c’è chi la vede già in pole position per una candidatura alla poltrona di sindaco di Napoli. Ma se la sua opposizione alla camorra è sincera, come vogliamo sperare, non vediamo cosa ci sia di sbagliato.


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