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Ma in che Paese viviamo?

Creato il 08 ottobre 2012 da Mauro @2tredici
I guasti provocati alla coscienza del Paese dal Montismo e dalla demagogia imperante stanno diventando devastanti.In un paio di giorni, nello scorso fine-settimana, si sono sentite le seguenti perle di saggezza grazie ad alcuni ascoltatori e conduttori di RMC (Radio Montecarlo):
  • a proposito delle recenti manifestazioni studentesche contro i tagli alla spesa decisi dal Governo Monti, un ascoltatore ha sentenziato che coloro i quali negli anni Settanta del secolo scorso manifestavano contro il Governo adesso sono diventati i politici che rubano e distraggono a fini personali il denaro pubblico. Come dire: chi disturba il manovratore ( o il caro Leader) alla lunga è destinato a diventare un ladro. Dallo studio i conduttori hanno condiviso. Un peccato non avere incontrato davvero, in piazza, negli anni Settanta, l'ascoltatore e i conduttori. Avremmo fatto apprezzare loro i toni della discussione, anche se non avrebbero capito nulla delle ragioni di chi, in  entrambe le parti politiche, per difendere un'idea ci ha lasciato la pelle (leggere ad esempio, per informazioni, "Cuori Neri" di Luca Telese). Altro che ladri e corrotti!;
  • sempre a proposito dei giovani che protestano (anche) a causa delle scarse possibilità di trovare un'occupazione e di crearsi un futuro, un altro ascoltatore ha osservato che l'attuale clima di pesante incertezza, di crisi economica e di mancanza di prospettive va benissimo: così i giovani imparano che la vita non è facile. Anche in questo caso i conduttori in studio hanno apprezzato. Giusto. E' ora di finirla con tutte queste frivolezze da mondo moderno. Anzi, facciamo di più: ricreiamo in laboratorio il flagello della peste e diffondiamolo nuovamente in tutta Europa. Così i giovani imparano che non è facile sopravvivere all'epidemia;
  • un terzo ascoltatore, infine, ha proclamato che gli autovelox non possono essere usati contro gli automobilisti incazzati a patto che costoro siano artigiani. Questo il pensoso ragionamento del maestro di Diritto: un artigiano si reca a Milano per concludere un contratto d'opera o per ricevere un pagamento. Purtroppo non riesce ad ottenere nè l'uno nè l'altro. Contrariato per avere perso inutilmente una giornata di lavoro, ritorna furiosamente al paesello pigiando troppo sull'acceleratore. Supera i limiti di velocità ed incappa in un autovelox: in questo caso è ingiusto fargli pagare la contravvenzione e sottrargli i punti dalla patente. Come se avesse l'esimente dello stato di necessità, parrebbe voler dire il nostro maestro di Diritto. Anche in questo caso, assenso pieno da parte dei conduttori in studio. 
Quanto sopra non è, purtroppo, l'opinione isolata di qualche bizzarro cittadino. Fa parte, invece, di un comune sentire che costituisce, ormai, l'opinione dominante.
Non mi piace vivere in un Paese nel quale simili sciocchezze vengono contrabbandate per verità assolute.

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