Tra le varie novità recentemente introdotte dal Governo Monti, una che sicuramente ha solleticato la curiosità degli italiani è quella relativa alla trasparenza patrimoniale e reddituale dei membri dell’esecutivo, disposizione che a quanto si sa è andata un pò di traverso a molti ministri, evidentemente poco propensi a mettere in piazza le proprie ricchezze ma che hanno comunque dovuto bere l’amaro calice e sottostare al diktat del loro Presidente del Consiglio.
Lo stesso Monti, sicuramente guidando con esempio, ha quindi reso pubblica la composizione del proprio patrimonio mobiliare e immobiliare e di quello della sua consorte, dati che sono stati immediatamente ripresi e commentati dai principali quotidiani sia cartacei che online e che anche tu puoi vedere nel dettaglio CLICCANDO QUA.
La notizia a me è arrivata da un mio ex allievo (ciao e grazie Matteo!) che, inviandomi l’apposito LINK, sottolineava come una parte delle disponibilità dello stesso Monti fosse per l’appunto investita proprio in ETF, ben sapendo come questo strumento finanziario sia uno di quelli di cui consiglio maggiormente l’utilizzo agli allievi dei miei corsi (a proposito, abbiamo gli ULTIMI POSTI DISPONIBILI per la prossima edizione del corso “INVESTIRE IN AZIONI E ETF – POSITION TRADING” in programma per sabato prossimo, 24 marzo 2012, a Reggio Emilia).
In effetti, dal documento allegato relativo al patrimonio del nostro Presidente del Consiglio si evince come abbia operato un’ampia DIVERSIFICAZIONE sia tra categorie di investimento (possiede sia investimenti finanziari che immobili a loro volta suddivisi tra residenziali e commerciali) che per l’appunto all’interno delle stesse, oltretutto intrattenendo rapporti con diverse realtà bancarie, immagino anche per questioni di relazioni personali e di affari.
Dal punto di vista finanziario, Monti sottolinea come non possieda singole azioni o obbligazioni ma solo strumenti di per sè già ampiamente diversificati (ETF, FONDI COMUNI e GESTIONI PATRIMONIALI) e anche qua non è difficile supporre le ragioni sottostanti ad un’impostazione di questo tipo, con tutta probabilità dovute sia alla necessità di non porgere il fianco ad accuse di “conflitto di interesse” con l’attività del suo Governo sia all’impossibilità che probabilmente ha di curare con costanza e attenzione i propri investimenti avendo le proprie giornate e settimane già fittamente impegnate in questioni ad altissima priorità e responsabilità.
Come, quando e perchè diversificare il proprio patrimonio sono argomenti che curo ampiamente all’interno del seminario INTELLIGENZA FINANZIARIA (prossima edizione 20/21 aprile a Reggio Emilia) anche se va detto che l’asset allocation di Mario Monti pone questioni di dimensione e di complessità ben diverse da quelle della maggioranza delle persone che non hanno una patrimonialità così cospicua come quella del nostro Presidente del Consiglio (peraltro rilevante ma non esagerata).
Tornando alle abitudini e alle attitudini di Monti, mi piace sottolineare anche come il documento relativo al suo patrimonio familiare si sposi perfettamente con l’immagine che lui proietta di sè stesso in Italia e nel mondo di persona sobria, signorile, benestante ma altresì solida, ben piantata, senza troppi grilli o stravaganze per la testa.
Possiede e guida auto italiane (Lancia), nè nuovissime nè così lussuose, non possiede barche o velivoli, ha ancorato una buona parte del suo patrimonio nel solido mattone (notare tutto in totale controllo a Milano e Varese e su singole unità che sembrano anch’esse relativamente modeste) e da buon economista ne detiene invece un’altra in solidi strumenti finanziari che rispetto agli immobili risentono sicuramente di maggiore volatilità ma al tempo stesso gli possono dare maggiori rendimenti e, con certezza, maggiore flessibilità operativa.
D’altra parte, Monti è poi la stessa persona che, per parlare per la prima volta con il Presidente Napolitano, arrivò a Roma in treno facendosi venire a prendere alla Stazione Termini dalla moglie e che, prima dei recenti avvenimenti, non aveva mai fatto parlare di sè nessun rotocalco ma aveva invece sempre goduto di solida stima da parte degli stessi addetti ai lavori per la sua competenza così come per la sobrietà e compostezza che lo contraddistinguono.
Sarà forse anche un personaggio un pò “grigio” e “noioso” come lui stesso si definisce ma in tempi in cui l’immagine, l’ostentazione e la spregiudicatezza finanziaria sembrano spesso farla da padroni, questa idea di compostezza e solidità mi suonano positivamente come “antiche” e sono invece caratteristiche che personalmente non posso che apprezzare e sottolineare con favore.
Potrei quasi arrivare a dire: “Dimmi quanto risparmi e come investi e ti dirò chi sei!”.
Roberto Pesce