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“Ma perchè non avete fatto nulla per impedirlo?”

Creato il 10 ottobre 2012 da Fugadeitalenti

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Per una settimana non forniamo dati o riflessioni, anche se la cronaca offre spunti -ormai- quotidiani. Sta emergendo finalmente il liquame che per decenni ha sommerso questo Paese, comprimendo talento e merito, creando “caste” di mediocri che hanno sopraffatto i migliori. Mediocri arraffoni, che hanno passato il loro tempo a rubare (a volte persino “legalmente”, grazie a norme facilmente interpretabili), a distribuire prebende ad amici, mogli, fratelli, sorelle, figli, amanti. Mediocri che hanno interpretato alla perfezione lo spartito dell’immensa ipocrisia su cui si regge la società italiana. Società dell’apparenza, società dove tutto è lecito, dove alla fine arriverà sempre il perdono di qualcuno “moralmente autorevole”, società dove -alla fine- non si paga mai per i propri errori. O se si paga, si finirà con lo scontare sempre meno di quello che effettivamente andrebbe scontato.

Il tutto mentre un’intera generazione di “figli di nessuno” faceva le valigie. Giovani esclusi da queste “caste”. O, più semplicemente, giovani con una loro dignità. Che non intendono “vendere” al miglior offerente.

Le botole che hanno coperto per anni questi liquami stanno saltando, una alla volta. Basterà, a cambiare questo Paese? Difficile dirlo: il cambiamento è troppo lento, anche le misure messe in campo dal Governo la scorsa settimana potrebbero imprimere una svolta più culturale che reale, con così poche risorse messe in campo per quell’enorme motore di cambiamento che sono le “start-up”.

Qualcosa si muove, ma ce la farà l’Italia, umiliata dai suoi figli peggiori, a rimettersi in piedi? Non abbiamo la risposta, ma vogliamo dare voce oggi a quei figli “migliori”, a quella generazione esclusa da tutto, che -ora- grida la sua rabbia.

Il “post” sulla pagina Facebook di “Dimensione Professionisti”, che abbiamo trovato navigando in rete, riassume tutto alla perfezione. Enjoy!

“Eravamo ragazzi e ci dicevano: “Studiate, sennò non sarete nessuno nella vita”. Studiammo. Dopo aver studiato ci dissero: “Ma non lo sapete che la laurea non serve a niente? Avreste fatto meglio a imparare un mestiere!”. Lo imparammo. Dopo averlo imparato ci dissero: “Che peccato però, tutto quello studio per finire a fare un mestiere?”. Ci convinsero e lasciammo perdere. Quando lasciammo perdere, rimanemmo senza un centesimo. Ricominciammo a sperare, disperati.

Prima eravamo troppo giovani e senza esperienza. Dopo pochissimo tempo eravamo già troppo grandi, con troppa esperienza e troppi titoli. Finalmente trovammo un lavoro, a contratto, ferie non pagate, zero malattie, zero tredicesime, zero Tfr, zero sindacati, zero diritti. Lottammo per difendere quel non lavoro.

Non facemmo figli – per senso di responsabilità – e crescemmo. Così ci dissero, dall’alto dei loro lavori trovati facilmente negli anni ’60, con uno straccio di diploma o la licenza media, quando si vinceva facile davvero: “Siete dei bamboccioni, non volete crescere e mettere su famiglia”. E intanto pagavamo le loro pensioni, mentre dicevamo per sempre addio alle nostre. Ci riproducemmo e ci dissero: “Ma come, senza una sicurezza nè un lavoro con un contratto sicuro fate i figli? Siete degli irresponsabili”.

A quel punto non potevamo mica ucciderli. Così emigrammo. Andammo altrove, alla ricerca di un angolo sicuro nel mondo, lo trovammo, ci sentimmo bene. Ci sentimmo finalmente a casa.

Ma un giorno, quando meno ce lo aspettavamo, il “Sistema Italia” fallì e tutti si ritrovarono col c… per terra. Allora ci dissero: “Ma perchè non avete fatto nulla per impedirlo?”. A quel punto non potemmo che rispondere: “Andatevene aff…!”.

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