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Ma quale inciucio!

Creato il 12 aprile 2013 da Laperonza

 

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inciùcio s. m. [dal napol. ’nciucio, propr. «pettegolezzo, sobillamento», di origine onomatopeica]. – Termine introdotto recentemente nel linguaggio politico (e dal quale sono poi stati coniati nel linguaggio giornalistico i derivati inciucismo, inciucioso, inciuciare) con il sign. originario di intrigo, intesa raggiunta sottobanco, di nascosto, e in seguito passato a indicare un piano o un accordo politico confuso, non chiaro, malamente orchestrato.

Questo cita il vocabolario Treccani per l’orribile termine. Fu coniato dal giornalista de La Repubblica Mino Fuccillo durante un’intervista all’allora segretario dei Democratici di Sinistra Massimo D’Alema e serviva a definire il cosiddetto “patto della crostata” tra lo stesso D’Alema e Berlusconi. I due si sarebbero accordati, durante una cena a casa di Gianni Letta, per impedire il passaggio presso l’Ottava Commissione del Senato del disegno di legge n. 1138 per tutta la XIII legislatura che avrebbe obbligato Mediaset a cedere una delle proprie reti, probabilmente Rete 4. Da quel momento si cominciò a definire inciucio ogni accordo sottobanco per la spartizione dei poteri in maniere poco trasparente.

Come si faccia, quindi, a definire inciucio un accordo per la creazione di un governo, posto che davvero si voglia accettare il termine come parola italiana, appare un mistero. Se così fosse sarebbero inciuci tutti i governi dal dopoguerra in poi, nati, appunto, da accordi tra le varie forze politiche. Abusare del termine, per quanto il termine sia orrendo, è completamente errato.

La politica è fatta di compromessi. Il compromesso oggi viene visto in un’accezione negativa ma negativo non è in quanto esso rappresenta il frutto della mediazione tra le diverse posizioni e attraverso di esso so giunge potenzialmente alla realizzazione di un proposito diretto al bene comune. Due persone intelligenti che partono da posizioni distanti ma debbono raggiungere uno scopo lo fanno attraverso un compromesso, che è la sintesi delle due diverse posizioni. È quello che oggi si auspica possa avvenire per dare all’Italia un governo che possa risolvere una situazione storicamente nuova e terribile. Tale compromesso potrebbe essere più vicino alla soluzione del problema quando le posizioni da conciliare siano non troppo distanti. L’intransigenza di una delle parti in causa può impedire il raggiungimento del compromesso e può produrre due possibili soluzioni: lo stallo o il compromesso con un’altra posizione, quandanche essa risulti più distante e difficilmente conciliabile di quanto lo fossero le prime due.

Ecco perché un compromesso tra il PD e il PDL, per quanto davvero difficile da concepire per chi, come me, auspicava e auspica la fine politica del berlusconismo, vista l’inspiegabile (secondo logiche corrette) intransigenza del Movimento 5 Stelle, diventa l’unica soluzione. Che comunque non può essere chiamata inciucio.

Luca Craia

 


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