La professionalità non c’entra
In un commento a un mio articolo, Ambra propone alcune riflessioni che meritano una risposta.
Comincio subito chiarendo che io non nutro alcun disprezzo per il canto moderno. Il melodico classico non è il mio genere, ma so apprezzare la professionalità quando la vedo. Il fatto è che qui non è in gioco la professionalità.
Per rimanere nel mio ambito professionale, che cosa intendiamo di solito quando parliamo di “giornalismo-spazzatura”? Il gossip, per esempio. E oltre il gossip? Che cosa c’è oltre il gossip? Oltre l’oltre? “Cronaca Vera”. Di “Cronaca Vera”, per chi non la conosce (ma tutti i maschietti che frequentano un negozio di barbiere ne hanno prima o poi sfogliato qualche numero), possiamo dire che è la spazzatura della spazzatura giornalistica. Lo schifo assoluto. Sarà una cazzata produrre una simile porcheria, no?
Beh, manco per niente. Invito le lettrici e i lettori di Stukhtra a dedicare 12 minuti per visionare questo documentario e qualche altro momento per leggere quest’intervista per capire con quanta serietà venga prodotto quel giornale. Questi sono professionisti coi cazzi e i controcazzi, altroché.
Tanto basta per salvare “Amici di Maria De Filippi” e “Cronaca Vera”? No. Perché un conto è la professionalità e tutt’altro conto è il senso
Di che cosa parliamo quando parliamo di “TV-spazzatura” o di “giornalismo-spazzatura”? Non di professionalità: oltre un certo livello, quella è indispensabile e dev’essere data per scontata. Parliamo invece del contenuto, della sostanza. Che, sebbene prodotta con talento, può essere una schifezza negli intenti, negli scopi. A che serve la canzonetta? A che serve il gossip? A veicolare cultura? Pensiero critico? Consapevolezza esistenziale? No. A distrarre. A rincoglionire. E di conseguenza a manipolare.
E vien tristezza nel pensare a tanto spreco di professionalità.