In guerra la ragione è degli imbecilli; ecco perché Salvini può permettersi di dare del poveretto al “premio oscar” Dario Fo e Rondolino dello sciacallo opportunista a Gino Strada e prole.
Soffermiamoci sull’assurdità dell’ultimo caso, lasciamo cadere Salvini nell’oramai stracolmo e debordante ripostiglio delle cazzate.
Fabrizio Rondolino ha dato vita a una campagna denigratoria nei confronti di un medico che costruisce ospedali in zone di guerra, che cura uomini e donne senza badare a etnie, appartenenze o bandiere.
In qualsiasi altro momento storico Rondolino sarebbe stato in silenzio, si sarebbe tenuto la minchiata per sé, ma da buon reazionario di quart’ordine – il grado è unico … non ne esistono altri – con le spalle coperte dal febbrile sentimento di vendetta internazionale si è sentito in diritto di attaccare Strada per la sua radicale posizione pacifista.
Gino Strada ha detto che l’occidente ha armato e addestrato l’Isis? Beh la cosa è tanto innegabile quanto assodata, così come ha armato e addestrato Al Quaeda e Bin Laden. Non è certo questa affermazione a legittimare il terrorismo – dear Rondolain – bensì la secolare e assoluta cecità della politica estera dei paesi occidentali che, almeno da Versailles in poi, prima hanno giocato a Risiko col Medio Oriente per poi brindare allegramente a barili e galloni!
Ma adesso siamo in emergenza; la storia va messa in disparte, perché non c’è tempo per riflettere e ragionare, dobbiamo agire subito, andare di fretta. Arrivare fino a tre e – una volta contati i neuroni di Alfano – reagire!
Ecco come l’imbecillità si appropria della ragione … attraverso l’urgenza, lo stato d’eccezione. Facendoci sentire perennemente sotto attacco, sempre minacciati, in bilico tra un discrimine disegnato in fretta e furia tra un bene e un male tutt’altro che facile da vedere.
Anche con lo stato d’urgenza dalle nostre parti possiamo subito partire di fantasia letteraria e citare Orwell … fa tanto figo dire che siamo in uno scenario Orwelliano e poi calza a pennello!
C’è tutto! Un manipolo di incapaci alla guida di Nazioni armate, un nemico crudele e ben definito, nonché una letteratura pronta ad esser irreggimentata per la causa, non manca più niente. Non ci resta che mandare i figli in guerra e fare milionate di morti per vendicarne 129.
Ora il ragionamento fila che è una bellezza. La paura, il risentimento, l’eccezionalità dell’evento sembrano legittimarci, ma tra altri 15 anni di guerra forse potremo trovarci a fare lo stesso identico ragionamento. Ed è questo, onestamente, a dover fare veramente paura.
Negli anni 80’ il futuro premio Nobel Eugene F. Stoermer coniò il termine Antropocene per indicare la nostra era geologica, un’era dove per la prima volta è l’uomo a incidere sull’ambiente del pianeta. Io, molto più umilmente, non esito a definire questo terrificante scorcio di storia “Coglionicene”, forse il primo vero periodo – se ci fosse la volontà – dove la tecnologia, le scienze e le scoperte mediche potrebbero risolvere quasi tutti i mali e le diseguaglianze del pianeta, ma siccome è abitato e gestito da immani coglioni trova ancora utile e intelligente andare in guerra. Come siamo antichi!
Franco Giordano & Gianpaolo D’Elia
Vignetta di PV Pietro Vanessi
commenta: Ma quanto ci piace a noi fare la guerra.