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Ma scusa… chi te lo fa fare?

Creato il 27 novembre 2011 da Stukhtra

Il mistero delle donne cattoliche

di Marco Cagnotti

Ma scusa… chi te lo fa fare?
Michela Murgia dice cose sacrosante. Cose che io penso da moltissimo tempo. E anche cose che non pensavo ma che lei mi ha indotto a pensare con argomenti straordinariamente convincenti e ben documentati. Il ruolo della donna nella società e la percezione della donna di sé stessa sono pesantemente, oscenamente condizionate da due millenni di iattura cattolica. E fin qui non ci piove: negarlo significa essere o ignoranti o in malafede. E, dopo aver letto questo libro, l’alibi dell’ignoranza sparisce. Una domanda però rimane inesausta: come può Michela Murgia, dopo aver pensato e scritto tutto questo, continuare a sentirsi e a dichiararsi cattolica?

La domanda le è stata posta alcuni giorni fa in occasione di una conferenza presso il Collegio Nuovo a Pavia. La sua risposta (che cito a memoria, senza la pretesa di essere letterale) è stata: “Un insegnante può essere in totale disaccordo con il Ministro dell’Istruzione e continuare a insegnare. Un cittadino italiano può sentirsi in enorme imbarazzo di fronte agli scandali del proprio governo senza per questo smettere di essere un cittadino italiano. Io continuo a sentirmi parte della Chiesa Cattolica ma sento anche di dover segnalare che cosa nella Chiesa provoca grande sofferenza”.

Uh? Questa risposta non funziona. Per niente. Presenta un confronto che non regge. Se io considero il Ministro un coglione, per disgusto e protesta potrei smettere di insegnare. Tuttavia dovrei cambiar lavoro. E non è mica facile: ci vogliono tempo, sacrifici, impegno. Non è una scelta che posso far così, dalla sera alla mattina. Se io ritengo che il mio Presidente del Consiglio sia un vecchio, corrotto puttaniere pedofilo e ladro, per la vergogna potrei rinunciare alla cittadinanza italiana. Ma, di nuovo, non è mica facile: non basta stracciare la carta d’identità e il passaporto per diventare apolidi, e non tutti godono del privilegio della cittadinanza di un’altra nazione. Invece, se io penso che due millenni di storia cattolica abbiano prodotto dolori, lutti, sofferenze immense… e se ritengo che in particolare le vittime siano le donne, perché il pensiero cattolico le ha represse, oppresse, offese, violate nella loro dignità… e questo non solo nel Medioevo ma anche adesso, con le ultime lettere apostoliche ed encicliche degli ultimi Pontefici… beh, io posso smettere di essere cattolico. Ed è semplicissimo. Mi alzo un bel mattino e dico: “‘Fanculo al Papa e ‘fanculo anche alla Chiesa. Da adesso non sono più cattolico”. Punto. Non vado più a messa. Non mi confesso più. Se mi sposo, lo faccio solo con rito civile. Non faccio più battezzare i miei figli. Chiuso. Milioni di persone vivono così. E vivono benissimo, senza doversi vergognare di alcunché.

Onestamente io non ho mai capito le donne che si lamentano perché nella Chiesa Cattolica la donna viene ignorata, trascurata, offesa, denigrata, limitata. Se questo accade nello Stato civile e laico è gravissimo, perché non è possibile smettere di essere cittadini dello Stato. E quando Michela Murgia denuncia le infiltrazioni del pensiero cattolico nella sensibilità collettiva e nella legislazione dello Stato, al di fuori della Chiesa, la seguo completamente nella sua battaglia. Ma quando le donne cattoliche si lagnano della Chiesa… boh! Non le capisco più. Ma scusa… chi te lo fa fare? Vieni fuori, no? Non devi per forza diventare atea. Puoi diventare valdese o zwingliana o quacchera. Essere cattolici non è affatto obbligatorio. E’ una scelta che si rinnova in ogni momento e che, volendo, con meno di un abracadabra, da un secondo all’altro non si rinnova più. Che ci vuole?

Michela Murgia, Ave Mary, Einaudi

Piace: La ricchezza degli argomenti e della documentazione, la chiarezza e la scorrevolezza dell’esposizione.

Non piace: Il serio problema di coerenza dell’autrice.

Voto: 7/10


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