Magazine Pari Opportunità
A Mario Monti, rigor montis, non facciamo sconti, fin dalla sua nomina. Ma a chi blatera da settimane che Monti va mandato a casa, ricordiamo che questo governo è il risultato di 30 anni di deficit, debito, malaffare e sperperi, ruberie, corruzione, mafie... Questo governo è come lo spettro del "Collegio Svizzero" ai bambini birboni: arriva, con le sue regole implacabili, il suo severo rigore, il suo inflessibile prontuario, sulla testa di chi ha finto che tutto andasse bene, mentre chiudeva gli occhi sfreccando a 150 all'ora sulla tangenziale all'ora di punta.
A nessuno piacciono le Maestre Kattive, le Punture, gli orari da ollegio. A nessuno piacciono le medicine amare, le pillole che non vanno giù neanche con lo zucchero... Ma la "cura da cavallo" è un Redde Rationem a chi ha ballato coi topi finché il gatto non c'era. Non è un premio, ma una lezione. Per raddrizzare ed evitare di uscire fuori strada. Non c'è da fingere di essere felici, ingoiando i rospi. Ma se mai c'è da imparare ad azzerare i Deficit, per non dover tornare mai più alla cura da cavallo. E comunque, dopo una polmonite, tornare a correre, si può.
E a quel punto, quando torneremo ad avere il coltello dalla parte del manico, e non puntato alla nostra giugolare come è oggi, nessuno ci impedirà di tornare ad alzare la voce: Quando avremo raggiunto il pareggio di bilancio, potremo anche dire alla banche che non amiamo: “Signore banche, per finanziare la spesa pubblica possiamo fare a meno di voi. E per il debito pregresso, che avete in mano proprio voi banche, ricordatevi che se ci volete alzare gli interessi, potremmo anche decidere di non rimborsarvi i titoli in scadenza. A noi non cambia più niente. Tanto, i soldi per la spesa pubblica ce li abbiamo già”.
Ecco a cosa serve il Rigor Montis che oggi ci opprime. Per non essere più oppressi da banche e Spread. Per diventare autonomi. Per non essere mai più azzannati alla gola dal Pitbull dello Spread. Per riconquistare la serenità. Per poter tornare a fare i nostri giochi, e non ballare sull'ottovolante della speculazione.
Una grande anarchica, Emma Goldman, ha detto: "Se non posso ballare la mia musica, allora non è la mia rivoluzione".Ecco: per ballare la nostra musica, prima dobbiamo smettere di essere ricattabili e costretti a ballare la musica degli altri. A quel punto saremo liberi di scegliere, di fare politica, di fare economia politica. Che è poi la vera politica.
M.C.
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