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Ma tu di che ti occupi, di sorrisi? - Ciao Lorenzo...
Creato il 05 ottobre 2014 da Valentina Orsini @Valent1naOrs1n1Io c'ho un brutto vizio, quello di aprire bocca e sparare a zero, a volte. Quello che si chiama "impulso", l'istinto primordiale che ci rende ignoranti e privi di controllo di fronte a qualunque cosa.Se poi fai il critico e col tempo ti abitui a dare giudizi e a scrivere di ciò che vedi, pensi, senti, la situazione si complica e i casi in cui ti ritrovi ad essere stronza, aumentano notevolmente.
Lo scorso luglio ho dato una delle migliori prove di me, del mio essere stronza per l'appunto, a Lorenzo.
Ricordo che si parlava tra amici e colleghi, di qualcosa a proposito di Tim Burton e della sua recente filmografia. Chi mi conosce sa, immagina. E infatti io sono intervenuta nella discussione con il mio solito fare cafone e pedante, tant'è che un tale mi stuzzica e prova a capire meglio il senso del mio intervento. Io capisco subito che in fondo gli piace il mio essere diretta, seppur in netto contrasto con il suo pensiero. Lo capisco perché vedo che insiste, e fa di tutto per alimentare la discussione. A chi non gliene può fregar di meno invece si sa, tronca di netto e sparisce.
E io Lorenzo l'ho conosciuto così, all'improvviso. E all'improvviso lo vedo dissolversi dietro quegli occhi azzurri, dietro quel suo modo di fare un po' insolente, ma sincero, curioso, attento. Sono quelle coincidenze strane che nella vita ti obbligano, vuoi o no, a riflettere, a pensare meglio, a rivedere alcuni dettagli. E io di te non posso certo dire "se ne va un grandissimo amico", così come non posso dire di averti conosciuto di persona, né di averti mai stretto la mano, né che eri una grandissima persona (anche se tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerti dicono esattamente questo) o chissà quante altre amorevoli e commosse esternazioni.
Eppure mi ritrovo qui a scrivere due righe su quello strano e fugace incontro. A metà tra il virtuale e il reale. Proprio sulla linea di confine che separa lo schermo dalla vita vera. E io non credo sia stato un caso.Perché appena ho saputo che avevi lasciato questo mondo per volare via, chissà dove, lo stomaco ha cominciato a contorcersi. Non so come spiegarti, in fondo "non ti conoscevo", ma nella nostra piccola conversazione di qualche mese fa, tu mi hai lasciato qualcosa. E per questo io oggi sento il bisogno di dirtelo, di scriverlo, di raccontarlo.
"Famo pace?"Certo sapevi come rompere il ghiaccio e sbollentare gli animi. Un secondo prima ti "odiavo" per come ti prendevi gioco del mio regista preferito, e un attimo dopo ero lì, ad ascoltare con interesse tutto ciò che avevi da dire. Il mio ricordo di te è circoscritto in quelle poche righe che ci hanno fatto conoscere, in quel casuale ma divertente, scambio di battute tra uno scrittore e una critica rompi balle e su di giri.
Io non sapevo nemmeno chi fossi. Be' Lorenzo Bartoli era tante cose. Sceneggiatore, scrittore, fumettista romano classe 1966. A ventidue anni esordisce su L'eternauta, rivista a fumetti della Comic Art. Papà di Arthur King (Macchia Nera Editore). Nel 2001 realizza insieme a Massimo Carnevale, Uomini e topi e Il dono di Eric, quest'ultimo Miglior volume a fumetti d'autore al Lucca Comics. Con Roberto Recchioni dà vita a John Doe, con il quale vince il premio Attilio Micheluzzi e il Gran Guinigi, e Detective Dante. Ha collaborato per diverse pubblicazioni della Disney, ha sceneggiato alcune storie di Martin Mystere, creato e sceneggiato Alice Dark. Si firma Akira Mishima per i romanzi Bambole e Overminder - Il sognatore.
Io di lui ho letto solo qualche racconto preso dal suo blog, Cuori da bar, dal quale poi è stata realizzata e pubblicata una sorta di antologia, nel 2007 (la comprerò presto Lorè!).
"Ma tu di che ti occupi, di sorrisi?"Non so perché tu mi abbia fatto questa domanda, che racchiude in sé una bellezza unica, forse una delle più belle che mi siano mai state poste. Soprattutto, me lo chiedo, dopo essere stata così poco simpatica...Ricordo che si provava a capire di più l'uno dell'altra, così io ti ho detto che sono un critico, specificando che in realtà "ci provo" e basta, e che mi sarebbe piaciuto sentire da te cosa ne pensavi, del blog, del mio modo di scrivere. Ci siamo conosciuti così, leggendoci quel poco, a vicenda.
E mi rimane davanti agli occhi quella tua voglia di stroncare la malattia e la morte, quel racconto che mi ha lasciato un'idea precisa di te, la stessa che ho oggi. "Troppo veloce, troppo furioso".
Poi mi rimane l'immagine di me che rido come una scema davanti al pc, grazie a te che mi racconti della tua carriera semisconosciuta da titolista di film hard...ancora rido se ci penso.Un'altra cosa bella che mi tengo stretta, è quanto hai espresso a proposito del mio blog e della mia scrittura: "non male, sei sospesa tra critica vera e considerazioni personali, ma è piacevole".
Insomma la vita è proprio strana, ti presenta una persona, ti dà modo di apprezzarla, e subito dopo ti costringe a dirle CIAO.
Ciao Lorenzo, e nun me toccà più Tim, intesi?
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