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Maastricht venti anni dopo

Creato il 01 novembre 2013 da Molipier @pier78
Maastricht venti anni dopo Ivan Lagrosa Ivan Lagrosa vedi altri articoli 01 novembre 2013 10:47 7 Flares Filament.io Made with Flare More Info'> 7 Flares ×

Il trattato di Maastricht compie venti anni e non si può certo dire che li porti bene: in Europa sono infatti presenti numerosi movimenti – politici e non – che chiedono un cambio di rotta a livello delle politiche economiche europee oppure l’uscita stessa dal sistema della moneta unica.

Alba Dorata (Grecia), Alternativa per la Germania, Team Stronach per l’Austria, UK Independence Party, Veri Finlandesi, Movimento 12-M (Spagna), Partito per la Libertà (Paesi Bassi), Fidesz (Ungheria) e, come non citarlo, il nostro M5S. Questi sono solo alcuni dei partiti e movimenti che rifiutano le politiche di austerity europea e come estrema ratio vorrebbero l’uscita del rispettivo paese dall’eurozona.

Dopo venti anni, quindi, il trattato che partorì l’Unione europea merita di essere rivisto o, meglio ancora, integrato.

Se con la nascita della Comunità Economica Europee (CEE) nel 1957 si era raggiunto l’obiettivo del mercato comune per beni, persone e servizi, con il trattato sull’Unione Europee (Maastricht) si era cercato di affermare una vocazione non solo economica ma anche politica agli stati membri. Ecco, questa integrazione politica è stata solamente avviata ma è ben lungi dall’essere raggiunta. L’obiettivo sarebbe ovviamente, come ribadito pochi giorni fa dal premier Letta, gli Stati Uniti d’Europa: unione bancaria, economica e politica, un unico esercito e, perché no, il servizio civile europeo.

Se queste sono le prospettive per il futuro, vediamo ora quali provvedimenti, venti anni fa, sono stati inseriti nel documento siglato sulle rive del Mosa.

Il trattato si fonda su tre pilastri. Il primo è il pilastro delle Comunità europee che unisce la CEE (Comunità Economica Europea), la CECA (Comunità Europea del carbone e dall’Acciaio) e L’Euratom (Comunità Europea Energia Atomica). In questo pilastro rientrano provvedimenti come la cittadinanza europea, l’assistenza sanitaria, l’asilo politico, gli accordi di Schengen e l’unione economia e monetaria europea.

Proprio per l’attuazione della moneta unica furono inseriti diversi parametri economici da rispettare, oggi responsabili della cosiddetta austerity. Tra questi la clausola, ormai famosa, del rapporto tra deficit pubblico e PIL che non deve superare il 3%.

Il secondo pilastro del trattato riguarda la Politica Estera e di Sicurezza Comune (PESC): diritti umani, aiuti umanitari, politica europea di sicurezza e difesa.

Infine, il terzo pilastro concerne la Cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale (GAI): traffico di droga, terrorismo, corruzione e truffa.

Si vede quindi come l’Unione Europea non sia solo austerity ma anche e soprattutto voglia di cooperazione e di futuro che, dobbiamo ammettere, col tempo e con la crisi economica è venuta in parte a mancare.

Venti anni dopo, o si rilancia l’Unione Europea con l’unione politica oppure finiamo qui questa esperienza e lasciamo che ogni paese decida autonomamente la sua politica economica. Una via di mezzo, come quella odierna,  non fa altro che logorare il sistema e creare malcontento.

Maastricht venti anni dopo

Profilo di Ivan Lagrosa

Nato nel 1994, studente di Economia e commercio, da sempre appassionato di giornalismo. Mi interesso principalmente di economia e di politica nazionale. Le mie passioni sono la musica, la scrittura e il nuoto.

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