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“Ooops, I did it again. L’ho fatto di nuovo”…..lo si può immaginare così Robert Rodriguez dopo la prima di Machete Kills, con un sorrisetto malizioso tra le risate del pubblico e i commenti sguaiati.
Non pago di aver fatto diventare un film vero quella che era partita come una pubblicità virale di Grindhouse, Rodriguez firma il secondo capitolo dell’esageratissimo “Machete”, o “Danny Trejo che vince contro tutti” per essere più onesti.
Machete Cortez è un incrocio tra un bandito e un rivoluzionario messicano moderno. Considerato un eroe e celebrato da canzoni e racconti, imbarcato, spesso in modo casuale, in avventure che producono un tasso di morti paragonabile a quello di un conflitto decennale nei balcani.
Ci sono diverse cose da sapere su Machete per capirlo e amarlo come eroe. Machete uccide. Machete parla di sè in terza persona. Machete non va troppo per il sottile e non usa raffinate arti marziali o armi. Machete uccide a colpi di machete e cattiveria. Punto!
La trama di Machete Kills potrebbe riassumersi così, ma pur mantenendosi in linea con il personaggio sarebbe un’occasione persa per inscenare un canovaccio di quelli deliranti, un trampolino per lanciare cotanta ignoranza verso nuove altezze. Così Machete viene reclutato dal presidente degli Stati Uniti (Charlie Sheen, ironicamente presentato come Carlos Estevez, il suo vero nome prima che usasse, come il padre Martin, il cognome Sheen per presentarsi in arte) per fermare un pericoloso trafficante dei cartelli messicani, deciso a lanciare un razzo atomico verso Washington.
Tutti i colpi di scena che seguono trasformano una storia semplice in un delirio di insensatezza e omaggi ai film anni 70, con un cattivo misterioso (Mel Gibson) che spunta dal nulla e punta al primo premio del concorso per megalomani con piani fantascientifici. Nel mezzo Machete non parla, uccide. E lo fa con raro gusto e ricercatezza, coniugando truculenza ed originalità come raramente si vede dai tempi di Arma Letale.
La cosa che più sorprende in Machete Kills è il grande numero di nomi, anche di calibro, che si uniscono a questa giostra di morte ubriaca. Cuba Gooding Jr, Jessica Alba, Amber Heard, e Lady Gaga, Michelle Rodriguez e Antonio Banderas sono della squadra, anche solo per brevissime comparsate, rendendo un cast così ricco sottosfruttato.
In particolare Lady Gaga, così a suo agio nella parte del killer camaleontico, in una pellicola così in sintonia con il suo modo di essere artista, avrebbe meritato più spazio, se non altro per soddisfare a pieno una curiosità che qui viene soltanto stuzzicata con un frammento di recitazione.
Rodriguez, si sa, è un grande appassionato del cinema trash anni 70. E dopo aver richiamato i piani degni del più improbabile antagonista di 007 mette un trailer per quello che potrebbe essere un terzo capitolo: Machete uccide ancora…..nello spazio e con un machete laser, prendendo a pugni il robot Justin Bieber e sfidando un Darth Vader che vorrebbe essere Di Caprio.
Forse qui si va verso un genere di nicchia, quel citazionismo trash infarcito di sfottò talmente spinto da essere godibile da un pubblico meno ampio di quello del normale film d’azione. Per tutti gli altri Machete Kills rimane frenetico, spietato, grottesco e creativamente violento. Se il cattivo gusto diverte, questa ne è la celebrazione voluta e, a piccole dosi, lo si può prendere come un gioco e goderselo.