6 novembre 2013 • Recensioni Film, Vetrina Cinema •
Il giudizio di Antonio Valerio Spera
Summary:
Machete all’ennesima potenza. Ricordate la violenza, l’ironia, il barocchismo del film del 2010 di Robert Rodriguez? Scordatevi tutto questo, o meglio immaginatelo ancor più esagerato, esasperato, colorato, insistente. In Machete Kills il regista di Sin City questa volta non si pone limiti e lascia esplodere a briglia sciolta il suo estro kitsch e cinefilo in un vortice di trovate, situazioni assurde, dialoghi surreali, personaggi caricature di se stessi, continui omaggi e citazioni.
Se il primo Machete era un originale divertissement che rileggeva i B-movie di genere degli anni ’70, questo secondo capitolo gioca in modo autocitazionista e autoreferenziale sui suoi stessi personaggi, assumendo le sembianze a tratti di una parodia di se stesso. Il personaggio di Machete (Danny Trejo), comparso per la prima volta sullo schermo nel finto trailer che precedeva Planet Terror del dittico di Grindhouse, questa volta viene assoldato niente di meno che dal presidente degli Stati Uniti per sventare un attentato terroristico che distruggerebbe l’intero paese. Tra sesso, iperviolenza, irriverenza e tanta azione, il regista texano si diverte a ritrarre un improbabile eroe nazionalista che, in un plot e in un’atmosfera dal sapore cormaniano, appare come un essere invincibile, immortale e inspiegabilmente “sensuale” che conquista donne come 007 e taglia teste come fosse il protagonista di un videogioco di guerra.
Scena tratta da Machete Kills di Robert Rodriguez
Il film di Rodriguez appare dunque quasi un’opera intermediale in cui il cinema racconta il cinema del passato alla luce della società culturale contemporanea, rielaborando l’epoca dell’exploitation con un’ironia senza freni che esorcizza la violenza e la rende spassoso elemento scenografico. Il risultato è un film scoppiettante in cui gli attori interpretano in modo straniante le loro parti e in cui il pubblico viene immediatamente coinvolto in questo gioco come se nulla fosse. Basta quindi presentarsi compiacenti ad esso sin dall’inizio per lasciarsi appassionare alle vicende iperviolente di Machete Kills.
In pieno stile Rodriguez tutto appare artigianale, costruito, volutamente finto, messo insieme in un prodotto di puro intrattenimento privo di pretese e di sottotesti. Sullo schermo dominano la demenzialità, l’assurdo, l’irrealismo e i generi cinematografici, dalla spy story all’action movie, passando per il western e la fantascienza, vengono riletti e filtrati attraverso lo sguardo cinefilo e citazionista di un regista che riesce a esprimere la sua creatività in storie e forme tipiche del vecchio B-movie americano adattandole alle tendenze e alle mode cinematografiche e non solo del giorno d’oggi.
La prima parte di Machete Kills è sorprendente, piena di trovate, di invenzioni; la seconda invece sembra perdere qualche colpo adagiandosi sull’originalità dell’inizio e cadendo nella trappola della ripetitività e dell’eccessiva autoreferenzialità (le citazioni ad altri film di Rodriguez sono innumerevoli, da Desperado a C’era una volta in Messico fino a Dal tramonto all’alba). Il ritmo però non ne risente e il tasso di divertimento rimane alto, anche grazie ad un cast stellare: un’inedita Lady Gaga, un insolito Antonio Banderas, una forsennata Sofia Vergara, un sornione Charlie Sheen (qui accreditato come Carlos Estevez), Michelle Rodriguez, Jessica Alba e un Mel Gibson “villain” indimenticabile. L’attesa per il terzo capitolo Machete Kills Again…in Space, ambientato nello spazio ed evocato in questo film con un finto (?) trailer, è già cominciata.
di Antonio Valerio Spera per oggialcinema.net
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