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Machiavelli e il potere

Creato il 13 gennaio 2014 da Albix

 

Machiavelli e il potere “Fantasio tu parli generalmente male degli uomini politici ma io ti chiedo: per arrivare nei luoghi alti del potere gli uomini politici devono possedere qualche buona qualità, altrimenti non si spiegherebbe, con la competizione feroce che c’è, come mai alcuni, pochi fra tanti, raggiungono le vette e vi rimangono per tanto tempo.”

“Devono possedere delle qualità, non necessariamente buone e le qualità necessarie per conquistare il potere sono spesso in contrasto con quello che occorrono per ben governare.

Chi aspira al successo, in ogni campo ma soprattutto in politica , deve essere animato in primo luogo da una forte ambizione.

L’ambizione non è di per se una qualità negativa perché è sempre uno stimolo all’azione e chi non la possiede non farà mai niente di notevole.

Ma in chi si dedica alla politica essa è strettamente legata al desiderio di potere ed in ciò sta il male, perché chi governa, lo sostengono tutti i filosofi, deve in primo luogo servire il popolo , cioè porre come fine della propria azione il bene pubblico e non quello personale  o quello della parte che lo ha aiutato nella scalata..

Per ben governare occorre molta onestà e la capacità di sapersi mettere al di sopra delle parti e per conquistare il potere è necessario in primo luogo saper ingannare ed illudere gente di tutte le parti, con promesse che non sarà possibile mantenere perché, avendo a disposizione risorse limitate, è impossibile accontentare tutte le classi sociali che hanno interessi contrastanti.: imprenditori e operai , giovani e anziani, pensionati e disoccupati , piccoli commercianti  e megastores. L’onestà personale può non essere sufficiente se non è accompagnata dalla competenza in tantissime arti e mestieri : se è così difficile amministrare un condominio, figurarsi quanto dev’esserlo amministrare una città o uno stato. Però a ciò nessuno pensa quando si va a votare.

L’’argomento è stato ampiamente trattato da Niccolò Macchiavelli:

“ Chi aspira al potere in una società corrotta  deve saper usare con maestria le arti del leone e della volpe cioè conciliare l’astuzia con la forza.

Deve essere bravo negli intrighi, saper adulare le folle, promettere e mentire conservando l’apparenza dell’onestà, concedere di tanto in tanto qualche favore agli “amici”, pensare una cosa, farne credere un’altra,  quando necessario corrompere o in altro modo neutralizzare gli avversari facendo ampio uso della calunnia, non escludendo la violenza.”

Questo si  faceva in tempi più violenti dei nostri e le pratiche erano considerate “normali” tanto che il  “Principe” di Machiavelli, probabilmente scritto a scopo di denuncia, è stato da molti propagandato come opera seria .Oggi forse le arti del “leone” sono cadute in disuso , ma non quelle della “volpe”: è assolutamente necessario per essere eletti a una qualche carica pubblica saper mentire..

Ma questi mezzi usati spregiudicatamente in campagna elettorale, si ritorcono poi contro chi li ha usati quando si trova a dover governare, perché le promesse fatte si devono in qualche modo mantenere.

Se prima la gente si accontentava del fumo, poi vuole l’arrosto, quasi mai si hanno i mezzi per accontentare tutti i sostenitori  e gli avversari non staranno a guardare inerti i vincitori spartirsi la torta, ma in tutti i modi cercheranno di ripagare con gli interessi. i torti subiti o che pensano di aver subiti.. Lo stesso Machiavelli lo dimostrò, narrando la miserevole fine e i disastri causati da tanti principi del suo tempo, pur abili nell’usare le arti  necessarie a conquistare il potere: “chi di spada ferisce , di spada perisce”, non ci si può illudere di essere invulnerabili contro quelle armi di cui si è fatto ampio uso.

Ecco allora che tutti i nostri governanti  si sono specializzati nell’arte del temporeggiamento e le elezioni si susseguono con una rapidità che meraviglia gli stranieri, Si rinvia al governo successivo quello che non si è avuta né la voglia né la capacità di fare.

Mio padre  raccontava spesso la storia di un giudice che chiamato a decidere fra due contendenti, li convocò separatamente, prima l’uno e poi l’altro, ed ascoltate le rispettive autodifese, al primo disse: “Tu hai ragione” e altrettanto  al secondo, mandando tutti e due a casa felici e contenti, poi per non smentirsi e non perdere il favore delle due parti rinviava continuamente l’emanazione della sentenza.. Ma questo è un gioco che non si può fare troppo a lungo anche se in Italia spesso riesce perché gli italiani, contrariamente a ciò che essi pensano, sono in politica molto ingenui. .

Le nuove elezioni non risolveranno mai niente finchè non cambia il modo di fare politica , cioè finchè le forze politiche non impareranno a presentare programmi concreti e fattibili , anche  sostenuti da valori ideali. I governi si succederanno gli uni agli altri , inconcludenti e litigiosi, mentre  la situazione del paese peggiora.. Ma anche l’atteggiamento del popolo deve cambiare: è necessario che esso impari a giudicare i candidati dalla capacità dimostrate nella vita attiva e non solo da quelle vantate,  ed anche dalla chiarezza nell’esposizione delle proprie idee e dei propri programmi perché è vero che chi sa ben dire e ben scrivere generalmente sa anche ben fare. Chiarezza nell’esposizione di idee e programmi vuol dire anche saper dimostrare che un provvedimento proposto giova veramente al bene della comunità  e questo è proprio ciò che nessuno fa. Per cui votare in queste condizioni è come giocare al lotto.

Ci vuole poi coerenza fra l’ideologia cui un uomo politico dice di ispirarsi  e i programmi che propone e le azioni che  mette in atto. Quante volte negli anni passati abbiamo visto  partiti ed uomini vincere le elezioni e poi fallire miseramente  nell’opera di governo?

Tutti i capi socialisti europei da Mitterand a Craxi e potrei anche nominare i “riformatori” russi, Gorbaciov in primo luogo, hanno  fallito, confermando che la politica del Giano-Bifronte che consiste per esempio nel fare agli industriali un discorso  ed agli operai uno diverso, illudendo gli uni e gli altri sulla propria sincerità, non permette di restare al governo per lungo tempo. Un socialista  che pratica una politica liberista in economia è destinato a fallire perché scontenta gli uni senza conquistare la fiducia degli altri. Nel passato maestra di questa politica era la chiesa cattolica che così riusciva a soddisfare tutte le parti in conflitto, approfittando della presenza nel suo interno di una gerarchia alta che gestiva i rapporti coi potentati   mondani e di ordini religiosi poveri  che   predicavano al popolo mostrando esempi di povertà. 

Oggi la chiesa può ben dire di aver superato con successo in duemila anni di storia, infinite traversie, rivoluzioni, persecuzioni  etc.., i Re, gli Stati, gli Imperi sono caduti, l’Impero Romano è crollato, così come quello di Carlo Magno, quello degli Asburgo e quello inglese, Napoleone, Hitler e Stalin sono passati,. ma la Chiesa è sempre lì e il suo potere si conserva senza legioni di armati né divisioni corazzate. I fedeli possono vedere in ciò il segno della protezione divina, ed altri la forza della superstizione e dell’abilità politica.

Ma al di là della potenza apparente della Chiesa Cattolica sorge spontanea una domanda: “Degli antichi ideali del Cristianesimo quali ancora oggi vengono insegnati con il Vangelo, cosa   ne è stato in questi duemila anni?”.La pace, la fratellanza universale, la liberazione dei poveri e degli oppressi, cosa ne è stato di tutto ciò?

Per duemila anni popoli “cristiani” si sono massacrati a vicenda ed hanno massacrato popoli non cristiani. All’interno di uno stesso stato, spesso all’interno di una stessa città, cristiani hanno perseguitato e ucciso altri cristiani di idee diverse. Allora ci chiediamo: la potenza della chiesa cattolica non è stata forse fondata sull’abbandono di quegli antichi ideali?

Sui compromessi con i potentati di tutti i tempi e di tutte la Nazioni?

Ma questa politica del giudice astuto ha avuto ed ha altri seguaci: in Italia i socialisti e tutte le sinistre  negli ultimi decenni hanno agito allo stesso modo. Facendo discorsi diversi alle varie classi sociali, essi hanno ottenuto grandi successi: in Italia c’è stato un periodo in cui il Capo dello Stato ed il Primo Ministro erano socialisti, per non parlare degli innumerevoli posti di rilievo in tutti gli enti e corporazioni statali che essi erano riusciti a conquistare.

Ma oggi possiamo direttamente constatare l’efficacia di questa politica: in breve tempo, per iniziativa di pochi giudici e di alcuni giornali, i socialisti hanno perso tutto ciò che avevano ottenuto Il loro capo è stato costretto all’esilio in un paese africano e gli Enti da essi nazionalizzati sono stati restituiti ai privati. Del partito socialista rimangono scarsi frammenti, della politica socialista degli anni passati non è rimasto nulla.

Però- qui sta la cosa interessante- nemmeno quelle forze che si sono succedute nel potere sono riuscite a realizzare i loro programmi, ammesso che ne avessero alcuno , sotto il loro governo la situazione dell’Italia è sicuramente peggiorata, essi hanno distrutto quanto avevano fatto pure di buono i governi precedenti , senza apportare niente di nuovo. Avevano promesso di risanare le finanze dello stato con le privatizzazioni, hanno svenduto i beni pubblici ma il debito pubblico è cresciuto a dismisura, in quanto alla lotta alla corruzione , gli scandali  si sono succeduti agli scandali ,travolgendo  alla fine quella che voleva essere la Repubblica dalle mani pulite!

E già sembra che si stia affermando un nuovo gruppo con gli stessi slogan di quelli che avevano fatto cadere la prima repubblica, nuova gente con le mani pulite, ma senza idee e senza programmi.

Articolo a cura di Angelo Ruggeri. Già pubblicato dall’Accademia Belli.


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