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“Maestri del Fumetto” di Daniele Barbieri: un’occasione mancata

Creato il 11 settembre 2012 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Il nuovo volume della collana “Lapilli”, curata da per , presenta la raccolta di quarantuno saggi che introducevano i volumi dell’omonima collana di monografie allegate a pubblicazioni “Maestri del Fumetto” di Daniele Barbieri: un’occasione mancata> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="254" width="186" alt="“Maestri del Fumetto” di Daniele Barbieri: un’occasione mancata >> LoSpazioBianco" class="alignleft wp-image-55762" />da edicola, realizzata dalla partnership tra Magic Press, il settimanale Panorama e il quotidiano Il Sole 24 Ore.
Daniele Barbieri, studioso di semiotica e teoria della comunicazione, progettista multimediale, docente e autore di importanti studi sul medium quali “I linguaggi del fumetto”, “La linea inquieta”, “Il pensiero disegnato” e compilatore di una “Breve storia della letteratura a fumetti” è l’autore di questi brevi saggi qui riproposti con alcune lievi modifiche e con l’aggiunta di due inediti (quelli relativi a Guido Crepax e alla coppia sceneggiatore/disegnatore Gaiman & McKean) che dovevano introdurre due monografie poi non incluse nella collana.

Scorrendo le oltre duecentocinquanta pagine del volumetto, dal consueto formato tascabile e dall’ottima stampa che identifica a colpo d’occhio ognuno dei “Lapilli”, notiamo come ogni saggio sia introdotto da una tavola e come la maggior parte ne includa anche un’altra nel corpo del testo mentre, a chiusura del volume, viene proposta una fumettografia essenziale per ciascuno degli autori oggetto dell’analisi di Barbieri.
I saggi sono divisi intelligentemente per aree geografiche (U.S.A. & U.K., Francia & Belgio, Argentina & Spagna, Italia) di provenienza (o di principale mercato di lavoro) degli autori che, in fondo, corrispondono ad altrettante scuole di fumetto o, se vogliamo, a diverse sensibilità e approcci al linguaggio comune, il fumetto per l’appunto.
Questi scritti sono l’occasione per Barbieri di includere, giocoforza, una tale messe d’informazioni che travalicano le opere oggetto dell’analisi e gli autori stessi da rendere questo volume un’interessante alternativa a un’ortodossa cronistoria del Fumetto e di alcuni suoi più celebri rappresentanti.

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Cover del primo numero della collana da edicola della Magic Press

Per fare qualche esempio: per raccontarci di un autore come Mike Mignola e di alcuni capitoli del suo fumetto più famoso, Hellboy, Barbieri compie un viaggio a ritroso toccando Bill Gaines e la sua EC (con tutto ciò che comporta l’affrontare questo argomento) lo Swamp Thing di Wein e Wrighston, il successivo intervento sulla testata di Alan Moore e quindi il rapporto con il Comics Code: pietre angolari della storia dei comics americani. Mentre racconta il Dino Battaglia di “San Francesco e i suoi fioretti” e “Antonio di Padova”, ci parla del Corriere dei Piccoli, del St. Kirk dell’editore Ivaldi, di Linus, del Giornalino, proseguendo ancora citando pezzi importanti della Storia del Fumetto Italiano. Potremmo fare lo stesso per ciascuno degli scritti monografici, giusto per far comprendere al lettore come, tangenzialmente, Barbieri, trattando delle bibliografie dei Maestri, attraversi tante Storie del Fumetto quante sono, idealmente, le macro sezioni in cui è diviso questo volume.
Eppure non si può soprassedere sull’evidente rovescio della medaglia di un’iniziativa come questa: trattasi, come dicevamo all’inizio, della riproposizione (con lievi modifiche e due inediti) di materiale legato ad una operazione editoriale ben precisa che, separato da quel contesto, andava adeguatamente adattato e arricchito.
Tutti i saggi sono individuati, oltre che dal nome del fumettista trattato, dai titoli delle opere presentati nella monografia e se da un lato Barbieri si sofferma a commentare opere non incluse nella pubblicazione (ad es. nel saggio su De Luca) o tavole facenti si parte dell’opera ma non riprodotte nel volume Tunué, dall’altro quando si ritrova a parlare di “coppie di artisti” il peso del suo approfondimento è eccessivamente sbilanciato nei confronti dello sceneggiatore, del quale si traccia quasi l’intera bibliografia perdendo di mira l’obiettivo principale.

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Tavola di Alberto Breccia (I miti di Cthulhu) inclusa erroneamente anche sul saggio relativo a Enrique Breccia

Ne consegue che spesso il lettore si trova a leggere un’interessante descrizione di una tavola avendone di fronte un’altra (il che tradisce una certa superficialità nella fase di editing) o degli approfondimenti sulle principali opere di uno sceneggiatore (è il caso ad es. del saggio su Jodorowsky e Bouch o di quello su Gaiman e McKean) accompagnate da tavole di opere scarsamente trattate (come i rispettivi disegnatori) rispetto al fulcro del saggio. Per farla breve: ci si perde e in qualche occasione viene meno l’agilità e la comprensibilità dell’analisi di Barbieri se non si conosce l’opera che vi sta alla base.
Nell’introduzione l’autore mette le mani avanti e anticipa al lettore quasi tutti i limiti presenti nelle pagine successive (tra i più grossi sicuramente va segnalata l’assenza della “scuola asiatica”) e, in qualche modo, la parzialità delle scelte effettuate sia per questioni di gusto sia, soprattutto, per l’evidente derivazione di questi scritti (volti a presentare i soli autori e le sole opere disponibili nella collana curata dalla Magic Press).

Noi non conosciamo le ragioni che hanno portato Barbieri da un lato e la Tunué dall’altro a presentare pedissequamente materiale già edito e “confezionato su misura” per un certo tipo di pubblicazione e quindi non ci permettiamo di usare termini quali “pigrizia”, certo è che non comprendiamo le scelte effettuate. Riteniamo inoltre che una simile operazione editoriale non abbia  quel target così ampio e indistinto che Barbieri indica nell’introduzione (studenti, studiosi, autori o appassionati) anche perché per un pubblico così ampio vale quanto scriveva il collega Davide Occhicone nel recensire “Tratti & Ritratti” di Raffaelli [1] , nato sulla stessa linea di riciclaggio del volume di Barbieri , mentre quello composto da studiosi e appassionati, che si rivolge a un editore non generalista ma specializzato, come la Tunué, e a uno studioso del medium della levatura di Barbieri, si attende molto più di una semplice raccolta di materiale edito recentemente e non adeguatamente adattato.

Un testo come “Maestri del fumetto”, nonostante la piacevolezza della sua lettura e i punti di forza segnalati all’inizio di quest’analisi, ai giorni nostri è quello che è: un’occasione mancata.

Abbiamo parlato di:
Maestri del Fumetto – Quarantuno grandi autori fra serialità e graphic novel
Daniele Barbieri
Tunué – 2012
261 pagine, brossurato, bianco e nero – 14,90€
ISBN: 9788897165101 

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Note:

  1. un volume come quello di Raffaelli quindici anni fa sarebbe stato la gioia di ogni appassionato lettore di fumetti. Oggi, grazie ad Internet e Wikipedia, al di là della sua importanza e di come appaia ben curato, diventa meno irrinunciabile. Oggi, infatti, letteralmente con un click è possibile all’istante confrontare biografie, bibliografie, schede di personaggi a fumetti, magari anche in lingue diverse [↩]

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