Magazine Religione

"Maestro, che cosa dobbiamo fare?"

Creato il 15 dicembre 2012 da Ambrogio Ponzi @lucecolore

16 dicembre 2012

3° DOMENICA DI AVVENTO ANNO C
Antifona d'Ingresso Fil 4,4.5Rallegratevi sempre nel Signore:
ve lo ripeto, rallegratevi,
il Signore è vicino.

CollettaO Dio, fonte della vita e della gioia,
rinnovaci con la potenza del tuo Spirito, perché corriamo sulla via dei tuoi comandamenti, e portiamo a tutti gli uomini il lieto annunzio del Salvatore, Gesù Cristo tuo Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te...
LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura Sof. 3,14-18aIl Signore esulterà per te con grida di gioia.
Dal libro del profeta Sofonìa
Rallegrati, figlia di Sion,
grida di gioia, Israele,
esulta e acclama con tutto il cuore,
figlia di Gerusalemme!
Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico.
Re d'Israele è il Signore in mezzo a te,
tu non temerai più alcuna sventura.
In quel giorno si dirà a Gerusalemme:
«Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia!
Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente.
Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore,
esulterà per te con grida di gioia».
- Parola di Dio
Salmo Responsoriale Is 12,2-6
Rit. : Canta ed esulta, perché grande in mezzo a te è il Santo d'Israele.
Ecco, Dio è la mia salvezza; io avrò fiducia, non avrò timore, perché mia forza e mio canto è il Signore; egli è stato la mia salvezza. - Rit.
Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza. Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, proclamate fra i popoli le sue opere, fate ricordare che il suo nome è sublime. - Rit.
Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse, le conosca tutta la terra. Canta ed esulta, tu che abiti in Sion, perché grande in mezzo a te è il Santo d'Israele. - Rit.
Seconda Lettura Fil 4,4-7Il Signore è vicino!
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. - Parola di Dio
Canto al Vangelo Is 61,1
Alleluia, alleluia.
Lo Spirito del Signore è sopra di me,
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annunzio.
Alleluia.
Vangelo Lc 3,10-18E noi che cosa dobbiamo fare?
Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo. - Parola del Signore
RIFLESSIONI
  • Il vangelo è sempre ricco, è Parola di Dio ; ci vuole pazienza nell’ascolto calmo e reale. Occorre riflettere sulla Parola, pregare e cogliere le sfumature che la grazia del Signore ci permette di capire in rapporto alla nostra situazione personale.
Stasera vorrei segnalarvi alcuni punti da meditare.
  • Il primo motivo, di grande attualità anche oggi, è la gioia, che ci viene presentata come dono, con un fondamento preciso.
Non si tratta di una gioia emotiva, sentimentale, ma di una gioia robusta, fondata sulla roccia, sulla fedeltà di Dio. Lui è presente e ci è vicino ed è forte, è il Salvatore. Non si tratta di una forza che ha la volontà di opprimere, ma di una forza che solleva, che libera. So di dire una cosa vecchia, ma è la Scrittura che ce la ripete. Le cose importanti sono poche e proprio per questo vanno meditate, assimilate e valorizzate. La gioia trova spazio nelle prime due letture e nel salmo, e ci aiuta a vivere il Natale in modo più vero. La gioia del Natale, nella sua sostanza, è fondata sul fatto che il Natale celebra la venuta di Dio: Dio ci è veramente vicino facendosi uno di noi. Noi dobbiamo avere la passione per cogliere e gustare questo fatto, anche dimostrando una gioia esteriore. La vera gioia è ancorata al suo fondamento e noi siamo impegnati a vivere e testimoniare questo fatto.
  • Consideriamo ora la predicazione di Giovanni Battista e la sua concretezza.
Egli cerca di dare risposta alla domanda posta dalla gente: “che cosa dobbiamo fare?”. La domanda è posta da tre categorie di persone e tutte tre cercano una risposta per la vita. Questa domanda è due volte importante: per la gioia e per il fatto di riferirsi ad una concretezza di vita. I tre gruppi di persone che interrogano il Battista sono diversi ed esprimono la loro richiesta, apparentemente uguale, in situazioni di vita differenti, perché diverse sono le posizione e i bisogni dei richiedenti. Le domande hanno comunque in comune il fatto di essere concrete e di essere fatte da gente che vuol capire quale sentiero percorrere. Le risposte del Battista ci aiutano a capire che è nel concreto della vita che possiamo cogliere la chiamata alla conversione. In genere le risposte del Battista sono attente alla concretezza e sono diverse perché diversa è la vita. Cogliamo allora le tre diversità. Il primo gruppo a chiedere è la folla anonima, che esprime le stesse preoccupazioni degli altri.Tu, Giovanni, ci chiedi la conversione, ma in che cosa consiste la conversione? Cosa dobbiamo fare? ’ Nella prima risposta, la conversione è legata al fatto di condividere cibo e vestiti, due esigenze primarie dei poveri. Il Battista suggerisce di operare a questo livello: rendersi conto delle necessità e dei bisogni degli altri. Per questo ci invita a prendere coscienza di questo ed a dare concretezza all’invito di non vestirti solo tu o mangiare solo tu, ma di essere attento ai bisogni della gente in ge­nere. Per noi, questo vuol dire interrogare la realtà, ascoltare la nostra coscienza, cogliere i bisogni che ci sono e trovare modalità di aiuto. C’è una domanda e una risposta, un buon contenuto per esaminare la nostra vita: cogliere le esigenze, vedere l’abbondanza di cui siamo circondati e condividere. La crisi attuale è una provocazione forte, perché ci mostra quanto siamo attaccati alle nostre cose e ci invita a trarne le giuste conseguenze. Questo è un invito rivolto a tutti: qual è il povero con cui condividere? Ed ora la domanda degli esattori. L’attenzione è di non forzare per la loro posizione; essi hanno un potere in mano. La raccolta delle tasse veniva operata attraverso intermediari che cercavano di sfruttare al massimo la situazione per arricchirsi. Quindi la raccomandazione di non chiedere troppo, ma solo il dovuto, è un invito ad avere rispetto per la persona. Infine la categoria dei soldati: anche loro erano dentro il meccanismo del potere di fatto esercitato. La raccomandazione è quella di non prevaricare. Anche qui c’è l’attualità dell’oggi. Dietro a queste indicazioni, che sembrano scontate, in realtà c’è una tensione molto forte applicabile a tutti i livelli - politico, familiare, dei rapporti - dove la tentazione a fare l’opposto è forte. Di fatto raccomanderei di riflettere, nella preghiera e nel nostro piccolo, se cediamo alla tentazione di fare i nostri interessi, chiudendoci di fronte alle necessità e ai bisogni delle persone.
  • Azzardo una ulteriore riflessione: sotto a queste indicazioni c’è la tendenza, da parte di chi ha il potere, di prevaricare sulla persona più debole e di fare l’opposto di quanto viene detto. Questo ci fa scoprire la profondità di queste indicazioni che di fatto non sembrano qualcosa di rivoluzionario, ma una cosa scontata. Invece ci accorgiamo che a tutti i livelli il peccato è quello di voler avere sempre ragione e di voler prevaricare l’altro. È un fenomeno generale che si può riferire ai popoli, dove il popolo più forte crede di avere il diritto di imporre le leggi, ma anche in famiglia. Non è cosa rara che ci sia qualcuno che voglia imporsi e prevaricare, senza rispettare il diritto dell’altro.
Questo vale anche per le parrocchie e per la chiesa, dove la tentazione di affermare un potere è forte. Quindi occorre vigilare, discernere in quale situazione ci troviamo ed elaborare una nostra risposta. Chiediamoci: i rapporti sono vissuti nel rispetto dell’altro? Riconosciamo il valore di ciascuno ascoltando o tentiamo di prevaricare? Se noi poniamo lo sguardo sul quotidiano e su quanto succede intorno a noi, possiamo cogliere ambiguità, tentazioni e cedimenti per poter poi operare per la conversione, senza meravigliarci del potere molto forte che si insinua ovunque. La comunione ha bisogno di questo percorso di riflessione. Dobbiamo aiutarci ad avere un atteggiamento di assoluto rispetto nei confronti dell’altro. C’è un ultimo particolare nel Vangelo: “Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.” Il vivere questo rispetto per l’altro è lotta personale, è vivere il Vangelo stesso, e Gesù ci chiede questo. Solo con Lui possiamo vivere positivamente in questa direzione.
L’invito di Giovanni Battista
La conversione predicata da Giovanni non consiste in azioni straordinarie, ma in un nuovo modo di vivere il quotidiano colto nel suo significato più vero, nella trama delle relazioni. Il negativo da superare è quello che contamina il quotidiano; si annida nella trama delle relazioni con l’altro.
Il condividere cibo e abiti dice l’altro come soggetto di diritti e di bisogni. Il non servirsi del proprio potere per arricchire, dice spirito di servizio. Il non opprimere i più deboli e indifesi approfittando della propria posizione dice il rispetto della dignità della persona.
In bocca a Giovanni, queste indicazioni sono già Vangelo e sono comprensibili e vivibili alla luce di Cristo.


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