News Siracusa: l’inchiesta su Mafia Capitale coinvolge nuovamente la nostra provincia e registra una nuova tornata di arresti. Sono sei le ordinanze di custodia cautelare eseguite dalla Guardia di Finanza e tre di questi sono appartenenti alla Marina Militare.
Cuore dell’inchiesta il rifornimento di una nave fantasma, la ‘Victory I’. L’operazione chiamata, non a caso, ’Ghost ship‘, ha permesso di scoprire che l’associazione criminale avrebbe consegnato, solo sulla carta, oltre 11 milioni di litri di gasolio al deposito della Marina Militare di Augusta.
Lo stratagemma utilizzato, grazie anche alla complicità di appartenenti alla stessa Marina Militare, era semplice: veniva registrato il rifornimento per la nave cisterna ‘Victory I’, e grazie ai falsi trasporti della fantomatica nave, mai attraccata nel porto di Augusta, veniva dichiarata la fornitura di milioni di litri di gasolio navale, per un valore che va oltre i 7 milioni di euro.
Di fatto però la nave in questione, non è mai attraccata nel porto di Augusta perché naufragata nel lontano settembre 2003 nell’Oceano Atlantico, e tutt’oggi risultano ancora formalmente dispersi alcuni componenti dell’equipaggio.
Tuttavia dei membri della Marina Militare compiacenti predisponevano tutta la falsa documentazione necessaria alla realizzazione delle forniture false. Nello specifico, secondo quanto accertato dalla Guardia di Finanza, Mario Leto, capitano di Corvetta della Marina Militare, nonché capo deposito della Direzione di commissariato militare marittimo di Augusta e Sebastiano Di Stefano, primo maresciallo della Marina Militare, capo Reparto Combustibili della stessa Direzione, erano i punti di contatto dell’associazione presso il porto di Augusta, fungendo da collegamento con la pubblica amministrazione militare.
Ma l’organizzazione poteva anche contare sull’attiva collaborazione di altri appartenenti alla Marina Militare, i marescialli Salvatore De Pasquale e Salvatore Mazzone, che attestavano falsamente l’avvenuta consegna del carburante ovvero la sua certificazione, nonché del tecnico chimico Francesco Ippedico, che attestava la qualità e le caratteristiche del prodotto, in realtà mai consegnato.
Il Tribunale di Roma ha dunque disposto il sequestro preventivo per equivalente, fino alla concorrenza del danno per l’erario di 7.401.248,36 di euro, delle risorse finanziarie e dei beni delle persone fisiche e delle società coinvolte.