Mafia? No (Tav)!

C'è stato un tempo in cui la vita del procuratore Gian Carlo Caselli era messa in pericolo dalle Brigate Rosse. Poi, nel 1993, si è trasferito a Palermo ed ha vissuto blindato mentre arrestava gli assassini di Falcone e Borsellino.Oggi le forze dell'ordine si schierano per proteggerlo dai No Tav.Sul sito di Indymedia era scritto: "A Milano sarà presente Gian Carlo Caselli, il magistrato direttamente responsabile degli arresti dei nostri compagni e amici No Tav. Andiamo ad esprimergli il nostro punto di vista a proposito di “assalti”e di “giustizia”", così la presentazione del suo libro a Milano è stata annullata.A Genova i No Tav si sono scontrati (senza particolari violenze, per fortuna, alcune vetrine infrante ed un'auto danneggiata) con i celerini. "Caselli: Tav? Baciamo le mani. Liberi tutti subito", "Caselli boia", "Caselli brucerai" e  "Caselli ti faremo a brandelli" sono alcuni degli slogan che hanno accolto il magistrato.Non poteva mancare Grillo a rinfocolare gli animi, ed infatti non è mancato.Il motivo di tanta contestazione? L'arresto, confermato da Gip e dal tribunale del riesame, di alcuni No Tav accusati di aver partecipato ai gravi disordini dello scorso anno.La mia simpatia nei confronti del movimento si ferma qua, almeno nei confonti di questi "rappresentanti" e di coloro che non prendono distanze dalle violenze.L'odio contro un magistrato non può essere spiegato o giustificato dall'avversione ad un'opera pubblica. C'è un miscuglio di ideologia e di voglia di menare le mani. I video delle azioni di guerriglia organizzata dai No Tav sono tutt'ora ben visibili in internet, ed il fatto che il precedente governo ha fatto di tutto per aizzare l'odio e la violenza non giustifica assolutamente.Aggredire Caselli, ritenendo quindi in assoluta malafede il suo operato, in effetti non mette sullo stesso piano i NO TAV e la Mafia, addirittura si tratta di un gradino più in basso. Almeno la Mafia è consapevole del proprio nemico e non colpisce con cieca violenza.