La questione rifiuti romana tiene banco per l’apertura della discarica di Falcognana. Oltre al rischio ambientale e sanitario, c’è l’infiltrazione mafiosa.
PERICOLO INFILTRAZIONI – La questione rifiuti romana sta tenendo banco in queste settimane, visto l’avvicinarsi dell’apertura di una nuova discarica alla Falcognana da parte delle Regione per far fronte all’emergenza rifiuti della zona. Il 22 settembre, a Roma sono scese in piazza 15mila persone per dire no a questi scempi ambientali che da anni flagellano il Lazio. Oltre al rischio ambientale e ai gravissimi impatti sulla salute, durante queste settimane un’altro problema è stato identificato con nome e cognome dalla procura di Roma: infiltrazione mafiosa.
LE OMBRE SULLA ECOFER- Dietro al mercato capitolino la mano della criminalità organizzata è sempre presente e le ingenti somme in ballo hanno portato la commissione antimafia ha indagare sull’Ecofer srl, compagnia che deteniele la gestione del terreno della Falcognana, individuato come prossimo sito da destinare alla discarica va seguito della millantata chiusura della discarica di Malagrotta. Le indagini della Guardia di Finanza hanno riscontrato solamente dei reati ambientali e fiscali in nome al proprietario della Ecofer, Franco Maio e il Ministro dell Giustizia Cancellieri ha così potuto annunciare in pompa magna l’assenza di collegamenti con le cosche calabresi. Le indagini erano partite a causa del sospetto di una possibile infiltrazione ndranghetista, considerati i rapporti che avevano la Sofir, una delle fiduciare a capo della Ecofer, e il boss andranghetista Femia, re dei videopoker emiliani. Rapporti che, però, non sarebbero intercorsi da tempo e il legame tra la Sofir e il boss era da troppo tempo concluso per ipotizzare un possibile collegamento tra le due realtà.
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