Scritto da: Ivan Lagrosa 15 gennaio 2014 in Attualità, Curiosità, Economia, Società Inserisci un commento
Quando si parla di preveggenza, come non pensare a Cassandra, la sacerdotessa del tempio di Apollo che aveva il dono di prevedere ciò che sarebbe accaduto ma che era destinata al tempo stesso a non essere mai creduta?
Una vita da preveggente che non sembra quindi averle dato molte soddisfazioni professionali. I cartomanti, maghi, preveggenti, spiritisti, sensitivi (chiamateli come volete) di oggi sembra invece che dal loro lavoro riescano a trarre ben più cospicue soddisfazioni. Se non altro dal punto di vista economico.
Si sa, più le incertezze aumentano più noi andiamo alla ricerca di certezze di qualsiasi tipo che possano in qualche modo consolarci. Con la crisi economica le incertezze per il futuro sono aumentate; al tempo stesso le istituzioni non hanno saputo infondere sicurezza nelle persone, anzi sono state additate esse stesse come responsabili della crisi.
Ecco quindi che l’unica carta rimasta da giocare per avere qualche sicurezza rispetto al futuro sono proprio i cartomanti.
Secondo un indagine condotta dal Centro studi e ricerche Antonella di Benedetto, nei primi mesi del 2013 il giro di affari dei maghi è magicamente cresciuto: da 7,5 miliardi a 8,3 miliardi, con una spesa per ogni prestazione che può variare da cinquanta a mille euro. In questo caso, di certo c’è solo il fatto che il conto in banca di questi preveggenti cresce, cresce e cresce ancora. Chissà se lo avevano previsto.
Secondo uno studio del Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori), i cittadini italiani che richiedono questo tipo di consulenze sono circa 13milioni (erano 10mln nel 2001) e, tra questi, il numero di imprenditori e top manager è in continua crescita.
Il pagamento può essere effettuato in natura (alimentari, gioielli ecc.) o in contanti, anche a rate. In qualsiasi caso in nero: stiamo parlando di un tasso di evasione al 95%!
Sarà che nel futuro pagare le tasse non sarà più di moda e vogliono quindi anticipare la tendenza?
Una ricerca condotta dall’Osservatorio antropologico mostra infine come il Sud Italia, scaramantico per antonomasia, rappresenti un misero 18% dei clienti di maghi e compagnia bella. Il 42% dei clienti è concentrato al Nord, il 27% al Centro e il 19% nelle Isole.
Se nel passato il poeta vate, “il poeta che si fa veggente attraverso un lungo, immenso, ragionato disordine di tutti i sensi” (Arthur Rimbaud) poteva essere qualcosa di colto e raffinato, oggi siamo di fronte a buffoni ciarlatani che con i problemi delle persone pesano solo ad incrementare i propri guadagni, in modo illegale.
Diamo sì un nome al futuro ma questo nome non chiediamolo al primo sensitivo che ci capita sotto mano.
fonte | lavoce.info
Crisi economica evasione maghi 2014-01-15