L’ho letto in un blog, ma la notizia era riportata da un quotidiano locale della provincia emiliana, “La Gazzetta di Parma”, e mi ha colpita subito, soprattutto perché si collega ad alcune riflessioni di quest’ultimo periodo. Pare che una maestra elementare, forse in una classe terza, abbia definito Babbo Natale “Una leggenda” mettendone in dubbio l’esistenza con i bambini.
Penso che il fatto abbia colpito molto i bambini, anche se le righe che ho letto non ne parlavano. Sicuramente ha colpito i genitori, che hanno reagito auspicando un provvedimento disciplinare e quant’altro.
Veramente io, nel mio piccolo, in questo periodo ho fatto una gaffe simile, un po’ più veniale. Per iniziare un argomento di storia, volevo far riflettere i bambini, per quanto piccoli, essendo di seconda, sulla differenza tra storie e personaggi inventati, di fantasia, e fatti e persone realmente accaduti ed esistiti. Ho chiesto prima di tutto degli esempi da loro e una bimba ha prontamente risposto “Le fate sono inventate, non esistono per davvero”. Naturalmente l’ho subito lodata per la bella risposta… senza tenere in alcuna considerazione la famosa e amatissima “Fatina dei denti”!
Ne è seguito un breve quanto assurdo dialogo con un’altra alunna, che ha subito affermato “Eh no, la fata dei denti esiste”! Presa in contropiede, ho lasciato uscire dalla bocca la prima cosa che mi è venuta in mente, del tipo “Sì, ma quella non è come le altre fate, col cappello a punta e la bacchetta magica”. Non lo avessi mai detto, la successiva domanda è stata “Allora, come si veste”?
Beh, lasciamo perdere il seguito del dialogo. Ciò che ha reso interessante l’intervento della bambina è la strenua e caparbia difesa della sua fatina. A colpirmi è in particolare il contrasto tra la maturità e la consapevolezza così spesso dimostrate da quella bimba, messe a confronto con i suoi sogni e le sue fiabe, la fatina dei denti e, naturalmente Babbo Natale, al quale afferma di credere ancora ciecamente.
Eppure, già in seconda elementare, il seme del dubbio inizia a germogliare. Un po’ perché di questi tempi, molti genitori hanno dovuto raccomandare letterine per Babbo Natale decisamente contenute, insistendo parecchio sull’aspetto economico. Poi perché i bambini tra loro si confrontano su questo tema, come su molti altri. C’è chi ha fratelli più grandi che hanno spifferato il segreto, ci sono in classe bambini di altre religioni che mettono a diretto confronto con tradizioni completamente diverse. Ci sono tutte quelle notizie al telegiornale, quell’essere a diretto contatto continuamente con il resto del mondo, che li fa vacillare.
Sì, perché ci sono bambini che fanno ragionamenti davvero importanti e imprevisti, si chiedono per esempio perché Babbo Natale non vada dai bambini poveri, quelli che muoiono di fame. Si è mai sentito di un Babbo Natale che porti i doni a bambini che vivono per strada? Forse si tratta di bambini non buoni?
E poi le contraddizioni nel nostro vivere ormai sono tante e ben presenti. Gli stessi bambini non sanno più dire che cosa sia il Natale. Che cosa accade a Natale? Quali sono i segni del Natale? Sono domande alle quali non sanno rispondere, tranne, naturalmente, che arriva Babbo Natale, arrivano i regali. Arrivano i regali, tanto attesi e desiderati, così quando si torna dalle vacanze natalizie, alla richiesta “Racconta qualcosa di bello che hai fatto, che hai vissuto in questi giorni”, ancora parlano solo dei regali, questa volta di quelli ricevuti.
Quei genitori di Parma hanno dedicato una poesia alla maestra incriminata, che le augura di credere ancora alla magia del Natale.
Spesso mi chiedo dove sia finita la magia.