Magic Mike di S. Soderbergh

Pubblicato il 21 settembre 2012 con Nessun Commento

“Mike (Channing Tatum), è un quasi trentenne, molto sicuro di sé e orientato a raggiungere il sogno del mito americano: il successo. Di giorno realizza mobili e altri progetti imprenditoriali, mentre la notte veste gli abiti di “Magic Mike” e diventa l’attrazione principale dello strip club Xquisite di Tampa, in Florida. Mike è il più acclamato spogliarellista del club, dove si esibisce per la gioia di una clientela tutta femminile e del proprietario Dallas (Matthew McConaughey), che pure non disdegna, di tanto in tanto, di salire sul palco e togliersi i vestiti di dosso, nonostante la sua occupazione rimanga quella di tenere le fila del backstage del locale. Interessatosi alla storia di Adam (Alex Pettyfer), diciannovenne appena arrivato a Tampa insieme alla sorella Brooke (Cody Horn), Mike decide di prendere il giovane sotto la sua ala protettrice e di introdurlo nel mondo dello spogliarello maschile. Mike considera Adam un portento e intravede in lui il suo erede; per questo motivo lo avvia al mestiere, insegnandogli sia i trucchi del mestiere, sia l’arte di sedurre le donne per ottenere soldi facili. Adam è però un ragazzo timido, ingenuo e convinto che il lavoro di spogliarellista non sia affatto dignitoso; l’esperienza che vive lo turba ed egli rischia di scivolare nel tunnel della droga. A questi guai si aggiungono i problemi nati dal rapporto che s’instaura tra Mike e Brooke, per la quale la vita di spogliarellista poco si adatta all’amore che sembra essere sbocciato tra i due.

“Magic Mike” di Steven Soderbergh (“Sesso, bugie e videotape”, “Erin Brockovich”, “Traffic”, “Ocean’s Eleven”, “Ocean’s Twelve”, Ocean’s Thirteen”, “Che – L’argentino”, “Che – Guerriglia”, “Contagion”, “Knockout – Resa dei conti”) trae spunto dalla vera esperienza dell’attore Channing Tatum che, nemmeno ventenne, lavorò come spogliarellista in un club di Tampa in Florida a 150 dollari a notte. Il regista realizza un lungometraggio caratterizzato da un singolare equilibrio tra le parti più leggere e l’analisi su ciò che è oggi in America la cultura dell’esibizione; “Magic Mike” mette in scena con ironia la versione contemporanea dell’uomo-oggetto, ma allo stesso tempo ci racconta lucidamente che la società statunitense vive un momento di confusione economica, sociale, sessuale e psicologica. Lo stato alterato vissuto dai protagonisti è la testimonianza di una società che non riesce a vedere oltre l’oggi e cerca di accumulare senza progettare un futuro in cui possa esserci stabilità. Sodebergh scava nelle pieghe delle vite di Mike, Adam e Dallas senza mai dare alcun giudizio morale, riflettendo sul valore che ha la cultura dell’apparire ad ogni costo e ironizzando sulla figura dell’uomo-oggetto, inconsapevole di quanto sia smarrita la nostra società. I protagonisti sono caratterizzati da quella velata malinconia che è il riflesso percepibile di chi, uomo o donna che sia, si spoglia per lavoro e per denaro.
Il talento visivo del regista esplora un mondo ancora cinematograficamente inedito e, senza calcare la mano, punta sui corpi e sulle esibizioni degli attori, orchestrando numeri di spogliarello come se fossero veri e propri momenti di un musical. Channing Tatum (“21 Jump Street”, “The Eagle”, “Dear John”, “Knockout – Resa dei conti”), co-produttore della pellicola, offre una performance eccezionale; egli dimostra di avere presenza scenica, il modo in cui balla è ipnotico e la sua interpretazione, carica di adrenalina, coinvolge sia il pubblico femminile che quello maschile. Meritevole segnalazione anche per il carismatico e affascinante Matthew McConaughey.
“Magic Mike” è una commedia che va vista senza preconcetti; al di là di ciò che appare, delle luci sfavillanti, di locali in festa, di belle donne, di trucchi, soldi, droghe e dei fallimenti che stanno dietro le provocanti esibizioni degli eroi della notte c’è soltanto la parabola per niente conciliatoria con il momento di incertezza che stiamo vivendo.