Magnifica Presenza di F. Ozpetek

Pietro (Elio Germano) è un ragazzo di 28 anni che coltiva da sempre il sogno di fare l’attore. Questa passione lo spinge a lasciare la sua terra d’origine, la Sicilia, per emigrare a Roma, dove, per sopravvivere, lavora come pasticcere sfornando cornetti tutte le notti. Pietro è timido e solitario, ha un carattere schivo e ha poche occasioni per socializzare. Condivide un appartamento con la cugina Maria (Paola Minaccioni), apprendista avvocato dalla caotica vita sentimentale e a cui è legato da un rapporto di amore e odio. La confusionaria compagnia della cugina e una quotidianità che fa scintille esortano il ragazzo a desiderare una casa tutta per sé e il tanto agognato momento finalmente arriva: Pietro trova un grande appartamento mal messo arredato con mobili d’epoca che ha un fascino e un’atmosfera particolare tali da farlo sentire a casa sin dalla prima visita. Pietro è euforico e si trasferisce immediatamente, entusiasta di cominciare a vivere la sua nuova esistenza da uomo libero. Il palazzo in cui va ad abitare è pieno di inquilini assai singolari, con i quali, all’inizio, sembra non avere nulla in comune; dopo una rapida sistemazione, Pietro comincia a notare particolari inquietanti: oggetti spostati, strani rumori. Ben presto si accorgerà che l’appartamento è occupato da ospiti misteriosi, eccentrici, elegantissimi e perfettamente truccati. Inizialmente Pietro non capisce e cerca di darsi una spiegazione razionale, escogitando svariati tentativi di sbarazzarsi delle ingombranti presenze. A poco a poco lo spavento iniziale lascia il posto alla curiosità e queste magnifiche presenze diventano concrete; Pietro scopre che si tratta di una compagnia teatrale (Celm Yilmaz, Vittoria Puccini, Margherita Buy, Giuseppe Fiorello, Andrea Bosca, Claudia Potenza, Ambrogio Maestri, Matteo Savino) costretta da misteriose circostanze a nascondersi nell’appartamento e da quel momento si crea un legame profondo tra lui ed i coinquilini forzati, caratterizzato da seduzione reciproca ed emozioni comuni. Con loro Pietro condivide desideri e segreti; crede in loro e loro credono in lui come nessun altro fuori da quella casa. Le circostanze impreviste scaturite dal loro incontro lo indurranno a cambiare atteggiamento nei confronti della vita.

Dopo lo straordinario successo di “Mine vaganti”, Ferzan Ozpetek, ritorna con un film ambizioso e complesso, che lo stesso regista turco ha definito essere la sua sfida più difficile. La pellicola mescola paura e divertimento, commedia e dramma; essa racconta, con toni lievi, la tragedia della vita attraverso personaggi bizzarri e fuori dalle righe che hanno la capacità di mostrare un mondo apparentemente lontano, ma che in realtà è quello in cui viviamo. “Magnifica Presenza” è un film d’impatto che tratta, con eleganza, poeticità e un tono surreale svariati temi: la paura della morte, l’amore, l’amicizia, la solidarietà nei confronti dell’altro. Al servizio del film opera un notevole cast artistico che esplora tutto il variegato mondo di emozioni che la vita ci offre: l’accettazione della perdita di persone che se ne vanno e la consapevolezza per cui, da una cosa che fa piangere, può nascere una risata e viceversa. Il protagonista, interpretato da Elio Germano, uno tra i più ispirati ed talentuosi attori italiani, esprime purezza cristallina, fragilità ed una sensibilità quasi esasperata; egli è una di quelle persone disponibili che non hanno intenti nascosti, che non sono mai aggressive o invadenti. Attraverso la sua solitudine, la sua alienazione, si racconta una società che accetta solo gente omologata, dove è difficile integrarsi. “Magnifica Presenza” è una commedia corale che racconta la storia di una rinascita in cui la forza delle sensazioni intime supera le paure più profonde, razionali e irrazionali, per trovare una risposta in quei sentimenti che danno un senso forte alla vita.

di Alessandro Burgio