Dalle presentazioni alle attività promozionali e di vendita, passando per il piano ferie e la comunicazione interna, l’iPad e i suoi fratelli stanno cambiando per sempre il modo di vivere l’ufficio. E persino la sua architettura. Le tavolette in mano ai dirigenti di Barilla, Eni, Renault e Vodafone
Se il 2011 è stato l’anno della consacrazione dei nuovi tablet in ambito consumer, il 2012 li vedrà trasformarsi in insostituibili alleati del business. Le performance di vendita dell’iPad, l’ultima delle invenzioni di Steve Jobs, e le contromosse della concorrenza (Amazon, Sony, Samsung e RIM su tutti) parlano chiaro. I tablet sono cresciuti del 347% nella prima metà del 2011 rispetto al primo semestre del 2010, secondo Assinform-NetConsulting, con una previsione di circa 1,5 milioni di dispositivi venduti in Italia in tutto il 2011. Insieme ai nuovi tablet aumentano poi in modo esponenziale le mobile application scaricate. Il fenomeno, in realtà, è già esploso anche in azienda: sempre più imprese stanno adottando le tavolette e le mobile application per innovare i processi di organizzazione interna. Secondo l’Osservatorio New Tablet & Business Application, nato su iniziativa della School of Management del Politecnico di Milano, quasi tre chief information officer italiani su quattro hanno già introdotto, o stanno per farlo, i dispositivi tablet nella propria organizzazione: il 47% li ha già adottati e il 27% lo farà nel futuro. In ambito professionale i tablet sono utilizzati soprattutto dal management di più alto livello: gli executive e i C-level li hanno già (55%) o se ne doteranno presto (38%).Carlo Caporale, associate director Robert Half
«I nuovi tablet», spiega a Business People Carlo Caporale, associate director della società di recruitment Robert Half, «sono utilizzati in prevalenza da figure manageriali ai vertici delle aziende, per una questione di immagine, di costi e di effettiva utilità della tavoletta nell’attuale organizzazione del lavoro. La componente emotiva, ludica, è spesso ancora prevalente nella scelta di adozione del tablet. Per alcune figure professionali, soprattutto nell’ambito del commerciale, del marketing e del finance, la tavoletta rappresenta oggi un valido alleato per rendere più rapidi i tempi di lavoro, soprattutto in condizioni di mobilità. Nel futuro, a mio giudizio, uno scenario competitivo più aggressivo, con prezzi dei dispositivi in discesa, e la maggior integrazione delle tavolette con gli altri strumenti di comunicazione aziendale aiuteranno di sicuro il tablet a fare breccia in modo più deciso nel business».
Gianluigi Castelli, chief information officer di Eni
L’esperienza di Eni conferma il quadro sin qui delineato. «La diffusione dei tablet in azienda è iniziata, in modo controllato, circa due anni fa», spiega Gianluigi Castelli, chief information officer di Eni. «I principali utilizzatori appartengono alla fascia alta del management e a una più ampia comunità di specialisti IT. Nel primo caso vengono usati in sostituzione dei BlackBerry e quindi l’impiego principale è costituito dall’accesso alla posta in mobilità e dalla navigazione Internet. Nel secondo caso, oltre a posta e Internet, vengono usati per presentazioni, videoconferenze in mobilità, accesso continuo al nostro social network (Moka). Inoltre è stata avviata un’iniziativa volta all’esplorazione di come la tecnologia cambierà il modo di lavorare in azienda (l’abbiamo chiamata “L’ufficio del futuro”) e di come gli uffici dovranno cambiare, anche architettonicamente, per accogliere efficacemente le nuove modalità di lavoro. In questo lavoro sperimentale i tablet si integrano totalmente nell’infrastruttura tecnologica che abiliterà l’ufficio del futuro; l’altra riguarda la costituzione di un Eni AppStore dove porre non solo le applicazioni già disponibili, testate e supportate dall’ICT, ma anche applicazioni specifiche per il fabbisogno Eni. Mi aspetto inoltre che con i bundle di traffico 3G sempre più convenienti, con la diffusione del wi-fi in tutte le nostre sedi, anche quelle più remote, e con la maturazione di applicazioni professionali, ci avvieremo verso la progressiva sostituzione del laptop con i tablet di fascia alta. Infine stiamo valutando l’uso di tablet per applicazioni di augmented reality in contesti industriali, quali la manutenzione di impianti». Resta da capire quali saranno i vantaggi che le novità tecnologiche garantiranno all’organizzazione del lavoro. «I benefici pieni», risponde Castelli, «si avranno entro 18 mesi, quando la base installata sarà cresciuta e quando le applicazioni specifiche saranno rese disponibili. Inoltre, l’apparire di altri tablet da un lato di dimensione più contenute e a costo molto più basso degli iPad (che costituiscono oggi il 100% del nostro installato di tablet) e più aperti all’integrazione (ad esempio con porte USB) ne consentirà l’impiego a più vaste categorie di utenti».
Massimiliano Tiana, head of learning, human resources and organisation Vodafone Italia
Ci sono poi aziende che, per la natura del loro business, devono per forza di cose incentivare l’utilizzo di questi dispositivi, anche per migliorare la conoscenza del prodotto e delle soluzioni ad esso legato attraverso l’utilizzo diretto. È il caso di Vodafone Italia. A spiegarlo è Massimiliano Tiana, head of learning, human resources and organization della società di telefonia. «Nel 2011 Vodafone Italia ha sviluppato un programma ad hoc, distribuendo 700 tablet e 3600 smartphone, così da affidare alla quasi totalità dei dipendenti uno strumento di nuova generazione. Sono state inoltre sviluppate applicazioni sia commerciali. Oltre alla gestione della mail, ad oggi è possibile consultare la rassegna stampa, gestire le proprie presenze e richieste di ferie o contribuire al miglioramento della rete Vodafone attraverso l’applicazione My Network, che consente di inviare informazioni sulla forza del segnale Vodafone nel luogo in cui ci si trova. La forza commerciale, invece, può contare su un’applicazione sviluppata ad hoc chiamata “Tutto in tasca”, per presentare al meglio la gamma dei prodotti, ma può anche utilizzare il tablet per procedere ad attivazioni o avviare ordini. Più in generale, nel quotidiano i nostri manager possono approvare ferie, note spese, leggere la rassegna stampa e gestire i processi di gestione dei team: tutto questo all’insegna della semplicità e della tempestività. Nei prossimi mesi, anche la intranet aziendale sarà resa accessibile attraverso il tablet».
Mauro Vacava, chief information officer Barilla
Barilla investe da tempo nelle nuove tecnologie per migliorare la comunicazione interna e quella verso gli stakeholder esterni seguendo logiche legate al business. Afferma il chief information officer Mauro Vacava: «La nostra forza vendita, circa 600 persone, lavora già da otto anni con tablet pc adatti per operare sul campo in modo rapido ed efficiente. I nuovi tablet non rappresentano al momento una delle priorità dell’azienda e sono utilizzati solo dalle prime linee; forse tra qualche anno diventeranno uno strumento di cui non potremo fare a meno». In questi mesi, gli investimenti dell’azienda in tema di innovazione tecnologica sono invece focalizzati su un progetto di cloud computing, «che permette a tutti i dipendenti della multinazionale, oltre 4 mila persone nel mondo, di lavorare in network in maniera più collaborativa».
Luigi Falasco, direttore servizi informativi Renault Italia
Anche il settore automotive guarda con attenzione ai nuovi dispositivi. Spiega Luigi Falasco, direttore servizi informativi Renault Italia: «Stiamo esplorando la possibilità di presentare ai concessionari e ai clienti tramite tablet, in modo interattivo, un catalogo di prodotti aggiornato in tempo reale. Il device permette di mettere in luce le caratteristiche di prodotto e di avere “a portata di mano” le informazioni necessarie ad una presentazione più professionale». Con l’adozione dello strumento, le aziende devono avvalersi di nuove figure professionali. «Gli architetti e i progettisti di infrastrutture di reti e tlc, gli integratori di applicazioni e una nuova generazione di sviluppatori», commenta Castelli di Eni, «sono le professionalità che, più di altre, saranno necessarie». Per Falasco di Renault diventano importanti «gli sviluppatori, i sistemisti senior esperti nella virtualizzazione delle informazioni e dei server».
La vera sfida, conclude Tiana di Vodafone, «è far evolvere i professionisti di tutte le discipline, cosicché colgano le opportunità dei nuovi strumenti per rendere più efficienti i processi aziendali, per aprire nuove fonti di ricavo, per modificare il business model in cui le imprese si trovano a competere».
BusinessPeople