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Mal comune mezzo gaudio?

Creato il 20 giugno 2011 da Rightrugby

Rimaniamo nel campo dei giovani. Altrove a vent'anni si fa clamore e mercato: James O'Connor si trasferisce a Melbourne che già aveva reclutato Kurtley Beale (22 anni) o si pensi al contributo di Patrick Lambie alla stagione degli Sharks; anche in Europa JM Doussain, 19enne mediano titolare nella finalissima del Top14, trascina la nazionale Junior francese alle prime semifinali Mondiali  della storia Bleus, mentre molti degli inglesi schierati nella loro Under20 vantano già cinque o più partite in Premiership o nella Anlgo-Welsh Cup. Da noi invece oltre a Tommy Benvenuti c'è gran poco e la Nazionale Under20 arranca spompata pur giocando in casa. .
Il rugby non è l'unico sport a soffrire a livello giovanile in Italia. Fresco fresco, copincolliamo parte di un articolo sulla Gazzetta dello Sport relativo al pallone. Ebbene si, soffre anche quello: paradossalmente per i troppi soldi in giro.
Interessanti in "Piano giovani" alcune delle mosse di cui stan parlando quelli del pallone: dalla squadra Under19 iscritta alla LegaPro (deja vu o meglio già deciso nel rugby) alla ammissione nei campionati di squadre B degli squadroni maggiori, purché fatte solo da giovani. Questa sarebbe un'ideona esportabile al rugby in grado di rilanciare gli investimenti nelle Accademie quelle vere e che funzionano: quelle nel territorio, dei club. Accademie sotto casa perchè oggi 20 anni son troppi: si è già fatto vedere cosa si vale, vedi O'Connor o Doussain.
(Nella foto: Ciro Ferrara, allenatore dell U21: un caso di separati dalla nascita, assomiglia in modo inquietante a Carlo Checchinato). 

MILANO, 19 giugno 2011 - Non bruciata, addirittura scomparsa. Italia: game over. Per la prima volta, nessuna delle Nazionali giovanili è in corsa per un titolo internazionale: in quest’estate siamo fuori da tutto. Non ci siamo agli Europei U19 e U21, ai Mondiali U17 in Messico e U20 in Colombia. Una riga con la matita rossa si tira sull’estate 2011: altro che anno zero, è l’estate nera nella storia del settore tecnico, perché così in basso non siamo mai caduti. Appunti utili per il lavoro di ricostruzione affidato all’esperienza di Arrigo Sacchi, l'ingegnere di quel cantiere dall’infinito patrimonio chiamato 'Vivaio Italia'. Sperando che torni, magari grande. (...)COSA RESTERA' — Della generazione Duemila, poco o nulla. Per rivedere gli ultimi trionfi azzurri, si deve risalire all’Euro U19 2003 (c.t. Paolo Berrettini), all'Euro U21 2004 (c.t. Claudio Gentile), al bronzo olimpico in Grecia nel 2004 (c.t. ancora Gentile). Dopo, il nulla. Abbiamo trovato altri tre indizi per inquadrare l’emergenza-azzurra. Primo: prendendo il quadriennio mondiale tra Germania e Sudafrica come riferimento, oggi sono in A solo 12 italiani che nel ‘05-‘06 giocavano nel campionato Primavera. Secondo: la serie A è il campionato più vecchio d’Europa (35°, età media: 27 anni e 106 giorni), ed è terzultima tra i campionati a licenza Uefa per la promozione dei giovani dal vivaio alla Prima squadra (serie A 34°: media 8,9%). Terzo: il Barcellona investe 15 milioni all’anno nella cantera; i top club italiani, Milan, Juve e Inter, si fermano a 5. Non sorprende quindi che il Barcellona stia vincendo tutto con in rosa 8 ex ragazzini delle giovanili, mentre l’Inter che ha fatto suo il Viareggio ha pochi giocatori cresciuti in casa.
Ciro Ferrara è il tecnico dell'U21: con lui per ricostruire. AnsaPIANO GIOVANI — Di fronte al fallimento di quest’estate, tutto puo’ essere utile. Allora, largo al «piano giovani» del c.t. Prandelli: una squadra di 25 under 19 in B o in Lega Pro; alla riduzione dell’età nel Primavera; alle squadre B delle Grandi con soli giovani italiani in Lega Pro. Il 12 marzo il vicepresidente federale, Demetrio Albertini, ha annunciato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport: “Stiamo male, ma ho un’idea”. Bene, ma faccia in fretta. (Mario Pagliara per la Gazzetta dello Sport)

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