Magazine Diario personale

Mal di schiena

Da Margheritadolcevita @MargheritaDolcevita

Una cosa che invidio molto dei film è che i protagonisti sono sempre in grado di sfoderare risposte ad effetto, hanno subito la replica giusta pronta al momento giusto. Le persone normali ce l’hanno in generale dopo una decina di minuti. Quando ormai è troppo tardi. Alla fine di Via col Vento io me ne sarei uscita con una frase del tipo “Sì ok, ma ricordati di chiudere il gas”, avrei pensato al “Francamente me ne infischio” un quarto d’ora dopo sul mio calesse, ma è giusto così. I film e i libri sono belli proprio per quello.

Comunque non è di questo che voglio parlare.

Ho mal di schiena, un mal di schiena strano, particolare, che mi ha fatto venire pensieri brutti, così sono ingenuamente andata dal mio medico di famiglia. In realtà sapevo che quanto è successo sarebbe stato assai probabile, però a volte le persone ti sorprendono. Ecco, a volte. Non oggi.

Per farla breve dopo un’ora di attesa sono entrata e appena ho detto mal di schiena si è alzato, ha iniziato a premere in alcuni punti (roba che volevo piangere dal male) senza che potessi spiegarli bene tutta la faccenda, come mi sentissi, si è seduto e ha iniziato il predicozzo. Siccome sono tendenzialmente una persona educata l’ho lasciato parlare e non me ne sono andata subito, se non altro perché speravo in una bella ricetta di un antidolorifico come si deve (speravo che almeno in questo mi sorprendesse, e invece niente). Predicozzo che sintetizzo.

  • Qua Darcy bisogna che ci mettiamo in testa di dimagrire, perché non puoi continuare così, prima o poi il peso ti presenta il conto, bisogna che cresci, che prendi sul serio la faccenda, hai 28 anni, non 18, anche io ho avuto un periodo in cui sono ingrassato e ho subito cercato di risolvere il problema, se vuoi posso mandarti da un endocrinologo, da un dietologo, se hai bisogno anche da uno psicologo perché la tua tristezza viene da quello, ne sono convinto, più vai avanti e più avrai problemi e farai fatica, è un cane che si morde la coda, perché più ingrassi e meno riesci a muoverti e meno ti muovi e più ingrassi, bisogna pensare al cuore, alle articolazioni, insomma devi fare qualcosa, devi deciderti, io te le devo dire queste cose, non fare il mio dovere di medico se non te le dicessi, non mi faccio impietosire, sono un medico e te le devo dire queste cose… etc etc

(io ascolto distratta perché tanto sarà tipo la decima volta che sento il predicozzo, per cui non è che ci faccio molto caso, intervengo giusto perché voglio andarmene a casa)

  • Sì ok io però sono venuta qua per il mal di schiena
  • Sì lo so, io potrei farti subito la ricetta senza dirti tutto il resto ma non farei il tuo bene e non farei il mio dovere
  • Lei faccia quello che deve, cosa vuole che le dica
  • E tu Darcy fai quello che vuoi, però hai 28 anni, devi crescere, devi dimagrire, devi fare qualcosa, è pericoloso per la tua salu…
  • Arrivederci

(prendo la ricetta, spero nel Bentelan, ci spero proprio… leggo: Brufen. Ma vai a cagare te e il Brufen demmerda. In bustine, tra l’altro)

Anni fa mi sarei messa a piangere. E’ capitato, perché comunque non sei abituata a chi ti dice la verità tutta in un colpo, penso che sia normale. Stavolta no. Sono solo arrabbiata perché non ho un antidolorifico decente. Per cui mi devo ingumare il mal di schiena sperando sia solo mal di schiena e non quello che penso. Che avrei potuto persino escludere se lui si fosse degnato di visitarmi, ma capisco che gli faccia schifo. Ho buttato via un’ora della mia vita per del Brufen, sono arrabbiata sì.

Avrei voluto rispondergli bene, avrei voluto davvero, ma non mi veniva niente sul momento. Perché non siamo in un film e io non ho le risposte pronte al momento giusto.

Avrei voluto dirgli che c’ho provato talmente tante volte a dimagrire che ormai mi resta solo l’intervento, intervento di sbudellamento che per ora non posso fare perché non ho nessuno in grado di prendersi cura di me, dei gatti e della casa (a meno che non voglia venire lui, dato che è tanto prodigo di consigli).

Avrei voluto dirgli che dallo psicologo non ci vado nemmeno se mi paga. Tanto rispetto per chi studia e si dedica a questa professione, ma ne ho girati tanti, ho avuto solo esperienze orribili che mi hanno svuotato il portafoglio e i coglioni, per cui vaffanculo lui e lo psicologo.

Avrei voluto dirgli che sono contenta che abbia potuto fare il suo dovere di medico, anche se non riesco a capire come dal momento che non ha fatto molto per il sollievo della sofferenza -la mia- (punto secondo del giuramento di Ippocrate).

Avrei voluto dirgli che il Brufen demmerda se lo può pure tenere e che spero solo che le medicine che prendeva mia madre per i dolori del cancro non siano tutte scadute, perché qua per trovare un po’ di sollievo bisogna sempre elemosinare e non è giusto manco per il cazzo.

Avrei voluto dirgli che proprio perché ho 28 anni mi rendo conto di come sono, di come sto, di quello che potrebbe succedere, dei problemi a cui vado incontro. Forse non sarò un fulmine di guerra, sicuramente non ho la maturità di una ventottenne normale, però c’arrivo al fatto che siccome sono una cicciabomba demmerda ho e avrò dei disturbi. Perché non è che li avrò, li ho già, e il mal di schiena è solo l’ultimo dei tanti. E lui non sa che li ho già, perché per evitare i predicozzi evito di andarci se non proprio in caso di estremo bisogno. Lui non ha assolutamente idea di come mi sento. E non parlo del come mi sento mentalmente, ma fisicamente. E’ un medico e può pure arrivarci, ci mancherebbe, ma di sicuro non sa con precisione come sto, la fatica che faccio, i dolori che ho, non lo sa e basta. Non lo sa perché l’unica persona che glieli può comunicare sono io.

E invece gli ho detto arrivederci. Perché sono educata e c’era gente che aspettava fuori. E forse non mi ero ancora resa conto che oltre al danno ho pure la beffa. Sorbirmi il predicozzo non è servito a niente, perché sono qua con il mal di schiena, esattamente a come stavo prima del predicozzo. Immagino che anche questo faccia parte dei doveri del buon medico.



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