La Lega cresceva nei feudi democristiani del nord. Cresceva a macchia di leopardo, ma cresceva, fino a quando, da forza di opposizione contro il sistema, è diventata forza di maggioranza…
Prima c’era il leader duro. Prima c’erano anche gli scagnozzi che andavano in giro per l’Europa a fare lezioni ai movimenti di esterna destra esteri. Si raccoglievano ampolle che si versavano in lagune e si seminavano semi antisociali. Noi siamo condottieri, padroni a casa nostra e per la libertà. Bisognava entrare nei piccoli comuni ed insistere molto sul localismo e sul regionalismo del movimento.
Poi fu la volta dei “cerchi magici”, ma ormai il leader era mozzo, non più capitano. Quindi, arrivò il momento dei delfini senza gloria: lo chiamarono Trota. E non c’è altro da fare che provare tenerezza per un inconsapevole sbattuto su un palcoscenico che è peggio di un mare in tempesta.
Adesso, forse, nel momento dell’ennesimo risveglio e rinnovo democratico, forse, anche l’invisibile movimento fascista, che è cavallo di Troia, per la conquista dell’industria del nord, verrà smontato.
Rimane un aspetto, che non è prettamente politico, ma sociale, a cui non si darà risalto. Cosa dire a quei cittadini del nord che hanno creduto in un partito che li voleva protagonisti e liberi? Cosa dire a quelle famiglie operaie che si sono tinte di verde pur di “esistere” socialmente? Cosa dire a chi ha scelto un movimento regionale per protestare contro un sistema politico nazionale deviato e corrotto?
Che è stato tutto un sogno infranto? O che vivevano un’illusione politica? O ancora che nessuno li ha mai rappresentati perchè loro non contano e non hanno mai contato, quindi mai conteranno?
Nei prossimi giorni, forse si scoprirà chi ha usato i soldi della Lega per “sistemare la casa di Bossi”, si scoprirà quanti viaggi del figlio Trota sono stati finanziati con i soldi del partito. Avremmo un tesoriere sotto l’occhio del ciclone e tante altre teste che salteranno.
Avremmo, però, anche una parte di cittadinanza che dovrà essere ascoltata e a cui, prima o poi, bisognerà ridare la dignità “rubata”. Poiché quando la politica è corrotta, il vero delitto commesso è quello del furto di dignità al cittadino.
La Lega si rivolgeva al popolo padano a cui si spera possa tornare la voglia di essere un popolo libero. Una speranza rimane, che il prossimo voto non porti nell’urna i mali passati, almeno non tutti!
E’ ora di imparare, tuttavia, che la Fede riguarda il divino e non la politica. Mai credere o sperare, in politica bisogna partecipare e controllare.