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Malgrado le procedure datate 1957, “Democrazia Atea c’è”

Creato il 11 gennaio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Il partito “Democrazia atea” in unMalgrado le procedure datate 1957, “Democrazia Atea c’è” Paese dominato dalla Chiesa cattolica, autonominatasi addirittura fondata da un Dio per sua natura inconoscibile nella sua essenza divina, sempre che esista secondo la fede, non avrà e non ha avuto vita facile ma c’è. Curiosamente questo slogan “Democrazia Atea c’è” lo abbiamo già sentito, ci ricorda un presidente di Provincia che legittimamente, e fortunatamente, segue alcuni dei migliori esempi della Dc. Che i due abbiamo lo stesso slogan fa un po’ sorridere. Il partito laicista, come tutti i soggetti elettorali in Italia, ha dovuto fare i conti con procedure antiquate, che risalgono al 1957. Cambieranno mai? 

foresta di simboli

Democrazia Atea ha presentato il suo contrassegno presso il Ministero dell’Interno e ora aspettiamo fiduciosi che la comunicazione dell’accettazione ci venga notificata nei prossimi giorni.

Dopo una minuziosa preparazione, abbiamo trascorso lunghe ore in fila davanti al Viminale per presentare il nostro simbolo e le dichiarazioni allegate autenticate dal notaio.Non possiamo esimerci, tuttavia, da una analisi di quanto accaduto in queste ore.Candidarsi alle rappresentanze istituzionali più importanti, ovvero quelle parlamentari, comporta inevitabilmente l’adempimento di formalità complesse.Ciò che non è più concepibile, però, è l’assoluta mancanza di riferimenti tecnologici visto che si mantiene inalterata una procedura del 1957 a distanza di ben 56 anni.La firma digitale, la posta elettronica certificata, la digitalizzazione dei documenti, il voto elettronico, ma persino il fax, costituiscono evoluzioni tecnologiche estranee alle leggi elettorali italiane.Non c’è stato Governo che abbia inteso occuparsi della materia elettorale facendo i propri conti solamente sulla attribuzione di seggi e preferenze, o su collegi e circoscrizioni.Nessun Governo si è mai dedicato alle formalità di accesso alla competizione elettorale, dimostrando l’inequivocabile volontà di mantenere in essere una modalità che non si limita ad essere anacronistica, ma che si ostina a sprofondare nella illogicità.E’ paradossale che formazioni politiche che hanno già veicolato il proprio simbolo debbano misurarsi in ricorsi e contestazioni perchè qualche giovinastro, pagato o motivato a disturbare, staziona davanti al Viminale tre giorni prima che si presenti il destinatario dell’azione di disturbo.Non c’è motivo di mantenere documenti cartacei quando si possono sostituire con un invio telematico.Non utilizzare la tecnologia disponibile è un paradosso che non trova giustificazione alcuna.La modernizzazione del Paese passa anche da qui ma evidentemente il “Bel Paese”, tra i più conservatori del mondo occidentale, teme la modernizzazione per non rischiare che trascini con sè anche l’emancipazione.I demoatei hanno affrontato con passione anche questa prova, sopportando il disagio di una notte al freddo.A loro va tutto il ringraziamento della Segreteria.Oggi abbiamo aggiunto un altro importante tassello alla storia del nostro Partito.Democrazia Atea, con responsabilità, guarda al futuro.Carla CorsettiSegretario nazionale di DAhttp://www.democrazia-atea.it

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