La famosa conferenza dei “donatori” ad Addis Abeba,in seno all’assemblea dell’Unione Africana (UA), ha stabilito ufficialmente la cifra di 338 milioni di euro da offrire alla Missione internazionale di sostegno al Mali (Misma) perché possa fare fronte alle necessità militari e umanitarie della guerra in corso.
Il Misma è un esercito, costituito da militari africani, inviati dai Paesi dell’Africa occidentale, per arginare il pericolo quasi certo del dilagare del terrorismo islamico nell’area del Sahel e, in specie, nei Paesi confinanti con il Mali.
Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) ,a sua volta ha messo a disposizione, senza battere ciglio, 18,4 milioni di dollari per aiutare Bamako a superare l’instabilità politico-militare vigente e indurre, soprattutto, altri Paesi a riaprire il flusso degli aiuti “congelati” a seguito del golpe militare dello scorso anno.
Anche il Giappone ha dato ben 120 miliardi di dollari con pari motivazioni in considerazione delle notevoli traversie che il Mali e i suoi abitanti stanno attraversando da un anno a questa parte.
Solo la Gran Bretagna ha scelto, invece, di fornire al Mali 40 addestratori militari e ancora altri 200 da inviare nei Paesi anglofoni dell’Africa occidentale.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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