Per essere buone madri è indispensabile avere una buona dose di ironia. E io che più che ironica sono permalosa i primi periodi l’ho vissuta malissimo. Ora inizio a farmici su una risata, a lasciar andare, eppure quando ho la luna storta salterei al collo delle buone dispensatrici di consigli un po’ come Homer Simpson fa con Bart? Hai presente.
Per aprire questa piccola rubrica “kreativa” sulle donne in modalità Mom, ho deciso di parlare di buoni consigli: quelli che una madre non ha mai chiesto ma che tutti, e dico tutti, si sentono in dovere di darti, tanto per essere d’aiuto (o rompere le razze, vedi tu).
Ricordo d’aver zittito la mia famiglia una settimana dopo il parto; la scena era più o meno questa: tutti riuniti intorno al tavolo, tutti piuttosto allegri, sai com’è la prima nipote non si scorda mai. Tutto benissimo, tutti molto carini fintanto che non è arrivato il momento della pappa. Fai il bibo, prendi la pupa, siediti al tavolo e pucci la tettarella in bocca alla bambina: mi sono discese addosso un po’ come pioggia acida una marea di consigli sul come tenerla, dove tenerla, come parlarle, come inclinare il bibo, cosa dirle mentre mangiava e come guardarla. D’accordo, ero un po’ scioccata dalle medicine, dai punti che si rimarginano in poche settimane ma alle più sfigate ci mettono mesi, dalla voce stridente dei miei parenti, ma la mia vera io, sopita da mesi di gravidanza in quel momento ha avuto la meglio: Basta! Sono io la madre.
Ovviamente i buoni consigli mi arrivano anche dagli sconosciti per strada: “Signora la copra meglio”, “Che non glielo mette un capellino? C’è vento!”, “Ma a quest’ora la pupa non deve mangiare?”. Il mio primo pensiero, normalmente è di rispondere esaurientemente, ma oramai non ci perdo più tempo, tanto la verità è una solamente. Superati i 50 sono tutti, e dico tutti, sicuri di saper fare i genitori meglio di te che sei la madre.
Preso atto di questa tremenda verità le mamme si dividono in due grandi categorie: chi si lascia intimorire dai consigli e lentamente sospetta d’essere una mamma inadeguata, e chi ad un certo punto, a tavola con i parenti lo fa presente a tutti “Basta! La madre sono io”.
Se sei tendente verso la prima e triste sponda niente paura, puoi vogare velocemente verso le mammine dalla lingua biforcuta. Ecco come:
- scrivitelo anche in fronte: la mamma sei tu! Nessuno conosce tua figlia/o meglio di te e se non è sufficiente, scrivilo anche sulla fronte di tua madre, di tua suocera e di tua zia;
- l’esperienza conta, ma non è tutto. Tanto per cominciare i tempi cambiano e alcuni consigli possono risultare datati o inadeguati, inoltre nessun bambino è uguale all’altro. In questo campo non esistono verità assolute ma solo grandi sperimentatrici;
- chi predica bene razzola male (il più delle volte). Mi hanno letteralmente terrorizzata con “il consiglio” di non prendere in braccio troppo spesso mia figlia tant’è che i primi tempi evitavo di farlo. Quando mi sono resa conto che le gioiose nonne predicavano benissimo, ma razzolavano male, malissimo ho impacchettato i loro consigli e li ho rispediti al mittente;
- istinto ragazza mia: ce ne vuole una marea. Devi imparare ad ascoltarti e a tenere i nervi saldi. I pupi, non scherzano quando lo dicono, percepiscono ogni tuo nervosismo che puoi facilmente eliminare facendo ciò che ti senti di fare. I buoni consigli ascoltali ma poi decidi con la tua testa;
- ognuno ha i suoi tempi. Ti metteranno fretta, per passare dalla navetta all’ovetto, per uscire da sola con tua figlia, per lasciarla con i nonni, per svezzarla: tu senti quello che è più giusto per te.
Poi un giorno durante un altro pranzo di famiglia nessuno (bisnonna, nonna, suocera, zia, padre e chi più ne ha più ne metta) riesce ad addormentare tua figlia: solamente tu ci riesci. In quel momento le babbucce l’hanno capito, tu sei la madre e ora fai parte del club.
Photo Credit: Claudia Zedda