Mamma sempre più connesse. L’organizzazione delle gite, i libri dimenticati, le cene di classe oggi passano attraverso smartphone e social network.
(thecreativebay.co.uk)
“Ormai si moltiplicano, specie fra le giovani donne con bimbi alla materna o alle elementari, gruppi di classe su WhatsApp, in cui le mamme si aggiornano in tempo reale su compiti, organizzazione delle gite, libri dimenticati, cene di classe, ma anche epidemie di pidocchi, malattie e altre informazioni di servizio”. A testimoniarlo all’Adnkronos Salute è Tonino Cantelmi, docente di psicologia dello sviluppo all’università Lumsa di Roma, che da anni studia i “nativi digitali”. “Ebbene sì, non solo questi bambini ma anche le loro mamme sono digitali: abili con le tecnologie, usano chat, mail e Facebook per districarsi tra le incombenze quotidiane, stipulando cyber-alleanze per gestire al meglio i piccoli di casa”. E questo fin dalla nascita: non mancano infatti neo-mamme che con l’aiuto della tecnologia hanno potuto portare le amiche fino in sala parto.
A Roma, ma anche a Milano, in molte scuole elementari sono spuntati in questi mesi gruppi di classe battezzati semplicemente con il nome della sezione – II D, IV E – o in modo più fantasioso: “Le mamme di una quarta che conosco hanno creato Verso la quinta“, dice Cantelmi. Un modo “per essere allineate in tempo reale su tutto ciò che accade ai nostri bambini. Avere un confronto con le altre mamme e fare le scelte migliori, da mettere poi in comune”, racconta Francesca del gruppo IV E della Scuola Girolami di Roma. Roberta, invece, rappresentante di classe, apprezza “velocità e capacità di relazione: il gruppo rende più facile la comunicazione”, e Michela se ne serve per “info rapide dell’ultimo minuto”. ”Noi, invece, per ora ci limitiamo a usare le e-mail, ma vogliamo creare un gruppo su Facebook”, racconta Raffaella, mamma di un bimbo che fa la III alla scuola Pistella.
Singolare e “multimediale” anche l’esperienza di una mamma 33enne di Roma al primo figlio. Una ragazza solare, con tantissime amiche. Forse troppe: nel momento in cui la sua bimba ha deciso di nascere andavano “aggiornate” tutte in tempo reale sui progressi del travaglio, soprattutto perché lei era la prima ad avere un bebè. Curiosità e batticuore ai massimi livelli, dunque. E quale miglior strumento di una chat sincronizzata sui telefonini di tutte le trepidanti “zie in erba” per tenerle al corrente di quello che stava accadendo in ospedale, dove fra l’altro non sarebbero potute entrare?
“La nostra amica per fortuna ha avuto un parto molto tranquillo e sereno, oserei dire facile – racconta Barbara, una delle “zie” – per questo ha trovato l’energia e l’entusiasmo di scriverci messaggi circa ogni mezzora. Tutto è iniziato con un: “Ragazze, niente panico ma…sono in ospedale, è arrivato il momento!”. Subito dopo “le contrazioni aumentano”. E poi “Mi stanno per fare l’epidurale”. E quando la piccola è venuta al mondo, l’abbiamo potuta ammirare in foto in tutto il suo splendore dai nostri smartphone, in tempo quasi reale. C’era anche chi ha potuto seguire l’evento dall’estero e congratularsi in diretta con la neomamma. In tutto, una decina di donne attaccate al telefonino per non perdersi nulla del lieto evento”. Insomma, “per le mamme digitali e social le nuove tecnologie sono un mezzo di indubbia utilità, anche se sono emersi già alcuni punti deboli – ammonisce Cantelmi – A volte infatti le madri usano questi gruppi quasi come adolescenti, scambiandosi commenti pop o, nel caso delle recenti feste di Natale, catene di auguri con emoticon e animaletti.
Insomma, è un pò come se tornassero agli anni del liceo. Oltretutto raramente si sfruttano questa possibilità per organizzare incontri e uscite ‘dal vivo’. Il mutuo aiuto va bene – dice lo psichiatra – ma non vorrei che questo mezzo diventasse un altro alleato della vita virtuale, in cui non conosci le facce delle persone con cui interagisci”. Insomma, via libera alle mamme scatenate sui social media e alla cyberalleanza tra genitrici, “ma ogni tanto sarebbe utile incontrarsi e parlare dal vivo, faccia a faccia, e non solo dei bambini. Organizzare una pizza di mamme – suggerisce – magari con l’aiuto di WhatsApp”.