Sabato pomeriggio, si parte per un nuovo viaggio conoscitivo, televisivo, e Passaggio a Nord Ovest ci porta in Olanda per incontrare il mondo dei mammuth e in Mongolia per ascoltare le dolci note del violino a testa di cavallo. Alberto Angela ci accompagna dentro e fuori il Museo Naturalis di Leida, nei Paesi Bassi, dove è conservata la più grande collezione di ossa di mammuth riportate alla luce nel mare del nord da paleontologi trasformati in pescatori.
Uno strumento rigorosamente costruito a mano, è costituito da un trapezio in legno-incorniciato a cui sono attaccati due stringhe. Si svolge quasi in posizione verticale con la cassa di risonanza in grembo del musicista o tra le sue gambe. Ci sono una serie di leggende su come il Morin Khuur è stato creato, tutte basate sull’amore di un uomo per un cavallo morto. Così centrale era (ed è tuttora) il cavallo alla cultura mongola, che la testa del cavallo è stato posta sulla parte superiore dello strumento musicale, e il pelo della coda viene utilizzato per le due stringhe e per l’arco. E nella natura selvaggia le note del violino a testa di cavallo riecheggi
ano nel vento. Nella dura legge della sopravvivenza il Morin kuur viaggia con il popolo mongolo e accompagna tutti i riti, le festa della famiglia, e le cerimonie, così come accompagna le occasioni della vita quotidiana e le storie raccontate ai bambini, alla sera. Il Morin kuur, non è semplicemente uno strumento tradizionale, è un’arte affascinante, antica, un tesoro da conservare e conoscere. Il Morin khuur è stato e sarà il suono autentico della Mongolia, melodia dell’anima e della natura.Augurandoci che questo strumento continui a esistere nella cultura mongola, affidiamo al Morin Khuur il compito di diffondere la musica del vento della Mongolia in tutto il mondo cosicché il violino mongolo, non rimarrà in silenzio.