- Justin Bieber
- Matteo Renzi
- Chissà? Non vedo l'ora di scoprirlo!
- Non so/non rispondo/ non me ne può fregare di meno
Nel 2010 sul gradino più alto del podio della classifica dei Man of the Year di Pensieri Cannibali c’era salito Julian Assange, tutt’oggi tenuto rinchiuso in un’ambasciata. Un premio che gli ha portato fortuna, non vi sembra? Nel 2011 aveva invece trionfato Ryan Gosling. Lui negli ultimi mesi non l’abbiamo più visto, ma tranquilli perché non è tenuto sotto sequestro e nel 2013 lo vedremo in tutta una serie di nuovi film… Ma il passato è passato e ora è ora di guardare a una classifica del tutto rivoluzionata e con una serie di nomi nuovi. Cominciamo dalla posizione numero 20.
Tom Hardy Genere: o’ guerriero Provenienza: Hammersmith, Londra, Inghilterra, UK, mondo Età: 35 Il passato: Black Hawk Down, Marie Antoinette, RocknRolla, Bronson, Inception, Warrior Il suo 2012: Il cavaliere oscuro - Il ritorno, Una spia non basta, Lawless, La talpa Il futuro: Mad Max: Fury Road, Everest di Doug Liman, Splinter Cell dalla serie di romanzi e videogame ideata da Tom Clancy Ti potrebbero piacere anche: Logan Marshall-Green (sono uguali), Vin Diesel, Gerard Butler, Ed Westwick Perché è in classifica: è stato l’anno del suo (quasi) boom
Il 2012 doveva essere l’anno dell’esplosione totale di Tom Hardy. Tra una commedia action commerciale come Una spia non basta, un paio di film d’autore come Lawless e La talpa e, soprattutto, il ruolo di cattivone ne Il cavaliere oscuro – Il ritorno, i presupposti c’erano tutti. E in parte lo è stato, il suo anno. Allora perché solo un 20esimo posto nella prestigiosissima (???) classifica dei Men of the Year edizione 2012 di Penseri Cannibali? Perché Lawless e La talpa fanno dormire, perché Una spia non basta è un piacevole guilty pleasure, ma non basta a fare di Hardy una garanzia del genere comedy, e perché la sua parte di Bane ne Il cavaliere oscuro – Il ritorno è buona, però non lascia del tutto il segno. Non come il Joker di Heath Ledger, e questo probabilmente è solo un bene per la sanità mentale di Tom Hardy. Forse è solo che non è facile giudicare la sua performance, visto che con quella maschera sulla faccia al suo posto poteva starci Bud Spencer e non si notava tutta ‘sta differenza. O forse è solo il doppiaggio italiano di Filippo Timi ad aver rovinato tutto…