che attraversiamo, forse sono i veri responsabili della crisi e del rischio del baratro.
E’ vero che a cercare lavoro in questo momento si hanno le stesse probabilità di vincere al superenalotto, ma quale lavoro si cerca? Le aziende riducono il personale, moltissime hanno cessato e continuano a cessare l’attività, altre commissionano il lavoro in paesi dove i costi risultano altamente competitivi. Abbiamo perso la cultura del lavoro, lo abbiamo svilito e declassato, lo abbiamo ridotto ad una sorta di condizione per acquisire diritto allo stipendio punto e basta.
A proposito dei diritti: siamo diventati il paese dei diritti, tutti hanno sempre diritto a qualcosa: se il ristoratore ti fa la pasta burro e parmigiano ed ha usato la “grana” si becca una denuncia, se la badante che è stata accanto al vecchio genitore perde il lavoro, perché l’anziano passa a miglior vita, la famiglia si becca la vertenza sindacale, perché improvvisamente la povera badante lavorava giorno e notte e svolgeva mille e una funzioni;
se la colf non è pienamente soddisfatta nei suoi diritti di: ferie, tredicesima, diritto al giorno libero, ore del riposo quotidiano ecc.ecc. ti fa la vertenza; se un medico ha una complicazione clinica o muore un paziente si becca una denuncia; se tamponi un’automobile immediatamente scopri che hai provocato un maxi trauma: colpo di frusta, emicrania postraumatica, inabilità varie, danni gravissimi all’automezzo, se a scuola un insegnante riprende un alunno, perché scorretto o maleducato o bulletto e quant’altro il povero insegnante si becca la denuncia e diventa subito un maniaco pericoloso.
I Giudici di pace dovrebbero lavorare anche di notte per smaltire il lavoro scaturente dalla montagna dei diritti calpestati o offesi, ci sarebbe di che vergognarsi considerando seriamente questa cultura povera di valori veri e di dignità. In sostanza in qualunque situazione si può spillare danaro o vantaggi l’essere umano è energicamente presente. Inutile parlare dei doveri; basterebbe pensare al fenomeno dell’assenteismo, dell’abuso di potere, dei falsi stati di malattia, ai falsi andicappati, ai fenomeni di peculato, agli imbrogli e falsi quotidiani nelle più svariate circostanze, alla tante appropriazioni indebite, allo squallido fenomeno del mobbing e stiamo parlando delle persone cosi dette perbene non di soggetti dediti a delinquere!
Contemporaneamente il nostro artigianato è gradualmente stuprato e dissacrato da mancanza di forze nuove dando luogo al sopravvento dei “lavoratori” non appartenenti alla nostra cultura. Non esistono giovani idraulici o giovani sarti, giovani muratori, giovani barbieri, giovani calzolai, giovani pizzaioli, giovani giardinieri i giovani non lavorano più, al massimo saltuariamente prestano opera in qualche pub o birreria tanto per mettere insieme quattro soldi senza troppo impegno. E’ vero che il lavoro è in crisi, ma forse è più grave la crisi dei “lavoratori”
Dott.ssa Elisabetta Vellone