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Mancano pochi giorni a Natale

Creato il 24 dicembre 2013 da Mapo
Mancano pochi giorni a NataleNei pochi secondo di pausa che si infilano furtivamente tra una canzone e l'altra in questa serata passata a casa, il silenzio è invaso dalle urla di un gruppo di ragazzi che si fumano una sigaretta allʼingresso del bar sotto casa.

Mancano pochi giorni a Natale e a Milano, anche questʼanno, lʼinverno non fa sconti. Spesso di notte la temperatura scende abbastanza da far trovare, al risveglio, una sottile patina di brina appiccicata sui parabrezza delle macchine. La colonna sonora di questo avvento cittadino è fatta anche di parolacce alla guida, una scia inevitabile di meteore impazzite in perenne ritardo nel traffico. Eppure loro se ne stanno lì, un poʼ brilli, a farsi di cocktail e umidità, alternando latrati ad auguri poco convincenti.

Mancano pochi giorni a Natale e in queste ore i tram sono affollati di persone e pacchetti, in rapporto ineguale di 1 a 5. Mamme al botox salgono in metro a Montenapoleone, sepolte da scatole di lego e piumini Moncler 0-12 con un indice “costo-grammo di stoffa“ raggiunto, in Italia, solo dalla Sacra Sindone. “Alla faccia della crisi, non si trova un IPhone 5S neanche a pagarlo monete dʼoro!” - ho sentito dire a una di loro al telefono, parlando con il marito al lavoro.

Mancano pochi giorni a Natale e il senzatetto di Corso San Gottardo, quello alto, biondo e sempre sorridente, ha aggiunto uno strato sopra lʼimpavida giubba con cui, soffiando arie stonate dentro il suo vecchio sassofono, sfida lʼaria gelida: è un costume da Babbo Natale un poʼ sgualcito. La scaletta è la solita, con lʼaggiunta di una Jingle Bells più malinconica che mai. Il Senegalese dallʼaltra parte della strada, in braccio la sua scatola piena di libri di poesia africana che tutti giurano di avere già, si lamenta dellʼinvasione, in unʼeterna lotta tra poveri.

Mancano pochi giorni a Natale e in Duomo anche questʼanno hanno fatto lʼalbero. Eʼ un sempreverde altissimo, ma senza radici. Alla base, come pigne cadute dallʼalto, sono ammucchiati dei container pubblicitari della DHL. Gialli e rossi, come i colori sociali della Roma FC. Non era facile fare peggio dellʼazzurrino di Tiffany di 365 giorni or sono, ma a quanto pare cʼè chi è pagato per raggiungere obiettivi del genere. La Madonnina, per ora, finge di non vedere.

Mancano pochi giorni a Natale, ma la gente sembra più preoccupata di cosa fare per San Silvestro. Cʼè che spergiura fino allʼultimo che - beh, a lui proprio non frega nulla! - e poi si trova allʼultimo momento a implorare i conoscenti per imbucarlo a qualche festa più o meno esclusiva, dove far finta di essere felice per lʼanno a venire con un bicchiere di vino scadente in un fluite di plastica dura. Perché il coraggio, a fine dicembre, è un animale in via dʼestinzione.

Mancano pochi giorni a Natale e i letti di pronto soccorso si riempiono di gente sola che finge un dolore toracico perché persino un prelievo, a quanto pare, è meglio di quel divano vuoto, illuminato solo dalla luce azzurrina della televisione.

Mancano pochi giorni a Natale e io, come tanti altri, sono in giro per prendere i regali. Passeggio tra gli scaffali di una libreria del centro, in cerca di quel Santo Graal chiamato “miglior rapporto qualità-prezzo”. Jovanotti, Baglioni e Celentano anche questʼanno rischiano di affollare lʼambito “sotto-albero” degli italiani, mentre le stesse canzoni di Lucio Battisti vengono vendute con una copertina nuova. Serra, Malvaldi e Sepulveda si litigano il primo gradino del podio editoriale a breve distanza da un crocicchio di persone indaffarate, nella città più indaffarata dʼItalia. Si strappano dalle mani libercoli colorati che inneggiano alla lentezza, ma che sono abbastanza corti da leggersi veloce.

“Questʼanno mi faccio regalare...” è la frase più in voga sulla bocca dei ragazzini che, per essere qui, hanno bigiato a scuola. E mentre provo a non arrabbiarmi con lʼennesimo impiegato di banca che mi urta con una spallata mentre parla al telefono con lʼauricolare, quasi non credo ai miei occhi: poco più in là si fa largo tra la folla un signore un poʼ anziano, imbiancato, sulla settantina. Eʼ un poʼ sovrappeso; la colpa, ho lʼimpressione, è equi-distribuita tra un rispettabile strato di adipe e più di un maglione di lana.

Cammina quasi zoppicando, eppure deciso. Da lontano è solo un cappotto di tweed, un borsalino a quadretti in stile “vecchia Milano” e una sciarpa Bordeaux legata come solo chi è nato prima degli anni 50 riesce ancora a fare. Non porta gli occhiali, ma strizza un poʼ gli occhi mentre passa in rassegna lo scaffale dei DVD. Lo si direbbe indeciso, ma, più probabilmente, una banale cataratta sarebbe in grado di spiegare, da sola, più di un indugio davanti a tutti quei titoli colorati.

Dʼimprovviso, si illumina.
Allunga la mano liberata dal guanto e afferra
Fantasia, della Disney.

Eʼ in promozione a 7 euro e 99 ma, pur nella loro grassettata sfacciataggine, le cifre sono troppo piccole per lui che, pure, non se ne curerebbe troppo. La traccia di un sorriso, appena prima di voltarmi le spalle e andare verso le casse.

Mancano pochi giorni a Natale e nel mondo, forse, cʼè ancora speranza.

Auguri. 


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